Almeno per il momento non cambia niente e la decisione se processare o meno Matteo Salvini per il caso Gregoretti verrà presa dalla Giunta per le immunità del Senato il 20 gennaio, come stabilito fin dall’inizio. Una scelta che – sebbene siano stati proprio Pd, M5S, Italia Viva e Leu a chiedere di spostare la data a dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria – dovrebbe favorire la maggioranza dal momento che per quel giorno dovrebbero essere tornati in Italia anche i senatori Pietro Grasso (LeU) e Michele Giarrusso (M5S) attualmente in missione negli Stati uniti, rendendo così scontato l’esito del voto, visto che il governo giallorosso è compatto nel voler autorizzare il procedimento contro l’ex ministro dell’Interno.

Una coda della vicenda potrebbe però esserci oggi. Italia Viva ha chiesto infatti che a pronunciare l’ultima parola sia la riunione della capigruppo prevista in giornata. «Per noi l’organo che decide il calendario dei lavori è la conferenza dei capigruppo» ha spiegato il renziano Francesco Bonifazi. Parere che non trova però d’accordo il presidente della Giunta Maurizio Gasparri (Forza Italia), già accusato dalla maggioranza di non essere imparziale come il suo ruolo vorrebbe, lasciando così intravvedere l’ennesimo scontro.
Ieri sera l’attenzione di tutti era centrata sull’ufficio di presidenza della Giunta che avrebbe dovuto sciogliere il nodo della data in cui votare, come chiesto dalla maggioranza dopo che la capigruppo aveva deciso di sospendere i lavori il 20 gennaio per permettere ai senatori di partecipare alla campagna elettorale. Una questione che Gasparri aveva annunciato di voler discutere con la presidente Casellati. «Ho fatto verifiche a tutti i livelli e non ho riscontrato una cogenza sulla Giunta» ha spiegato, senza specificare però se avesse parlato anche la presidente del Senato. «Non ci sono impedimenti regolamentari. La decisione della capigruppo non costringe la Giunta a sospendere i lavori». Un ragionamento che, se confermato, potrebbe valere anche per quanto verrà deciso oggi.

Intanto anche ieri sera, come accaduto lunedì, i componenti di maggioranza della Giunta hanno abbandonato l’aula. Dietro la protesta la decisione di Gasparri di mettere ai voti la richiesta – per altro già avanzata lo scorso 9 gennaio – della senatrice di Iv Nadia Ginetti di ulteriori approfondimenti sulla decisione presa dal leader della Lega quando era al Viminale di non far sbarcare 131 migranti dalla nave Gregoretti. «Vogliamo capire se Salvini aveva delle informazioni specifiche sulla presenza di eventuali soggetti pericolosi che lo hanno spinto a fare una scelta. Un altro elemento riguarda le perizie tecniche sanitarie sui migranti a bordo e a rischio contagio», ha detto la senatrice.

Da Piacenza, dove si trova per la campagna elettorale, Salvini è tornato ad attaccare la maggioranza: «La sinistra ha il vizietto di sconfiggere gli avversati politici non nel voto, ma nei Tribunali» ha detto il leghista. «Ma siccome questi signori hanno vergogna di quello che pensano e non hanno l’onore e la lealtà, stanno pensando di rinviare la decisione a febbraio perché sanno che faranno una figuraccia». Sul caso Gregoretti ieri è tornato anche Matteo Renzi, e lo ha fatto per ribadire l’intenzione di Italia Viva di votare a favore del processo ma anche per polemizzare con il M5S: «Dobbiamo seguire leggi e regole», ha spiegato. «La mia opinione è che Salvini ha fatto le stesse cose della Diciotti. Sulla Diciotti noi abbiamo detto che non ci sono estremi per evitare il processo. Non ho cambiato idea io, nemmeno Salvini, è stato M5S a cambiare idea».