Prosegue senza sosta il pressing del centrosinistra e del M5S (oltre che dell’Anpi) per le dimissioni di Claudio Durigon, il sottosegretario leghista all’Economia che ha proposto di reintitolare ad Arnaldo Mussolini il parco pubblico di Latina. Il premier Draghi non ha ancora preso una decisione, valuterà il da farsi dopo Ferragosto.

Dalla Lega intanto non arrivano parole di ravvedimento. Anzi, il candidato sindaco di Milano Luca Bernardo ieri ha spiegato di non voler «distinguere le persone tra fascisti e antifascisti», mentre l’ex capogruppo leghista di Colleferro Andrea Santucci chiede di «intitolare a Hitler il piazzale partigiani di Roma».

«Come minimo ci si dovrebbe aspettare nette prese di distanza dai loro riferimenti politici», attacca il dem Matteo Mauri. «Ma vedo che balbettano o cambiano discorso parlando d’altro. Noi continueremo a tenere alta la guardia e i valori dell’antifascismo».

«Durigon ha dato la stura ad una sequenza grave e preoccupante di rigurgiti di stampo nazifascista. Un membro del governo giura sulla Costituzione, le sue dichiarazioni sono incompatibili», attacca il sindaco di Firenze Dario Nardella.

«Prima Mussolini, ora Hitler. Su questi temi non si scherza, anche perché tutto iniziò pure per colpa di sottovalutazioni. Caro Salvini il silenzio è complicità, essere d’accordo è ancora peggio», gli fa eco Nicola Zingaretti.

E la capogruppo di Leu al Senato Loredana de Petris ribadisce: «Se Draghi non convincerà il sottosegretario leghista a dimettersi sarà inevitabile ricorrere alla mozione di sfiducia»