Ieri è toccato a Maria Elena Boschi dare una mano a Vincenzo De Luca, candidato governatore della Campania, a superare indenne l’ultimo miglio di campagna elettorale. La ministra per le Riforme era attesa a Ercolano dall’aspirante sindaco Ciro Buonajuto, fedelissimo di Renzi. Nella città degli scavi ieri è andata anche Debora Serracchiani, una processione di membri di spicco del Pd che, evitando Napoli, avrebbe alimentato nuove polemiche. Così è toccato alla Boschi fare un’apparizione nel capoluogo, a Castel dell’Ovo: foto con l’ex sindaco di Salerno, panorama del golfo alle spalle e dichiarazioni rassicuranti.

«La sentenza della Cassazione nella sostanza non cambia nulla. De Luca è candidabile ed eleggibile. E’ il giudice ordinario e non amministrativo a dover decidere sulla sospensione in base alla legge Severino. De Luca è stato scelto dai campani con le primarie e io sono convinta che i campani lo sceglieranno anche come presidente della regione». Boschi conferma la linea. La correzione di rotta arriva però sul ruolo del premier, toccherà infatti a Renzi comunicare al prefetto di procedere con la sospensione: prendere tempo darebbe la possibilità a De Luca di nominare il vice, che entrerebbe in carica al suo posto in attesa del ricorso al giudice ordinario. «Ci saranno passaggi successivi alle elezioni, che non comportano esclusivamente una responsabilità del presidente del consiglio. Si tratta semplicemente di rispettare le norme, non di prendere o perdere tempo», dice ora la ministra. Nessun problema quindi ma solo un polverone mediatico: «Chi si contrappone a De Luca tenta di portare l’attenzione su un piano diverso dai problemi concreti. In questi ultimi cinque anni la regione ha lasciato irrisolti troppi nodi. Credo che la Campania abbia bisogno di una scossa». Ettore Rosato, capogruppo vicario del Pd alla Camera, ieri a Caivano, alle porte di Napoli, è stato netto: «De Luca vincerà e governerà, poi sulla Severino sarà la Consulta a dire l’ultima parola».

La exit strategy procede su altre vie. «La Severino non si applica a chi viene eletto la prima volta» ha spiegato ieri De Luca. Secondo costituzionalisti che sarebbero stati consultati, la norma scatterebbe solo per chi, già eletto, viene poi condannato. Nel caso campano, invece, l’elettore sarebbe già informato della condanna in primo grado per abuso d’ufficio. Ma la via più sicura porta all’avvocatura di stato, a cui è stato chiesto un parere sulla Severino in modo da trovare una via per insediare il governatore, una volta eletto, senza costringere Renzi a tergiversare.
Il governatore in corsa per la rielezione, Stefano Caldoro, insiste: «La decisione della Cassazione aggrava di molto la situazione: non c’è alcuna possibilità di avere un presidente qualora fosse eletto». Il M5S invece ha depositato ieri un esposto alla procura di Salerno contro Renzi. I grillini puntano il dito «sul potenziale conflitto di interessi del presidente del Consiglio e segretario del partito sul caso De Luca. Cosa farà il premier, l’interesse dei cittadini campani o del Pd?» si chiede Andrea Cioffi, senatore grillino eletto a Salerno, che conclude: «L’impasse legata all’applicazione della Severino è superabile ricorrendo a trucchetti, ma non dobbiamo far sì che un partito che si vanta di sburocratizzare il paese poi usi la burocrazia per tutelare se stesso. È un’assurdità giuridica a cui Renzi, in caso di vittoria di De Luca, dovrà rispondere».