Un turno di squalifica a un settore dello stadio del Verona, il Bentegodi, che sarà solo un ricordo fino al 2030 per Luca Castellini, il capo ultras della vergogna. E la Procura di Verona che si è messa al lavoro, inchiesta penale per discriminazione razziale, fascicolo contro ignoti e la Digos che analizza i filmati per l’identificazione dei responsabili. Dalle parole, tante, ai fatti nel giorno successivo allo scoppio del caso mediatico sui cori razzisti all’indirizzo di Mario Balotelli, durante Verona-Brescia di tre giorni fa, partendo dalle decisioni del giudice sportivo dirimente per gli ululati di un gruppo di sostenitori veronesi verso l’ex attaccante della nazionale italiana. Quindi, chiuso il settore Poltrone Est, uno spicchio del Bentegodi, l’area da cui sono partite le offese. Non c’è stata condizionale, considerando che qualche turno fa era toccato al milanista Franck Kessiè sorbirsi i versi di scimmia e buu dalla curva del club veneto.

E PROPRIO il Verona, forse a causa del flusso mediatico che ha posto la società e la città su siti e quotidiani in giro per il mondo, ha optato a sorpresa per la linea dura: Daspo fino al 2030 per Luca Castellini, capo ultras, una delle voci più ascoltate di Forza Nuova e vicino – almeno di posto – dell’ex ministro della Famiglia Fontana durante il Verona Family Pride 2015, dopo le aberranti dichiarazioni su Balotelli. Altri provvedimenti «in linea» del giudice sportivo, che ha deciso di multare con 30 mila euro di ammenda la Roma per i cori di discriminazione territoriale verso i napoletani durante la partita tra giallorossi e campani, sabato scorso, mentre il numero uno del Coni, Giovanni Malagò rendeva omaggio ad Auschwitz alle vittime del delirio nazista. E oltre alla procedura di identificazione dei responsabili della vergogna da parte della magistratura, è stata anche la giornata delle prese di posizione – tardive ma almeno stavolta presenti – di alcuni club di Serie A sull’ennesimo caso razzismo. In primis la Roma, che attraverso il suo profilo Twitter ha appoggiato la reazione di Balotelli, spingendo il popolo virtuale a schierarsi, ma senza stigmatizzare i cori dei propri tifosi contro i napoletani, sabato scorso.

IL DIFENSORE romanista e della Nazionale, Lorenzo Spinazzola, a Roma Tv+ ha definito vergognosi gli insulti a Balotelli, invitando a scovare i colpevoli. E si è accodato il Lecce (e in sequenza Pescara, Milan, Venezia, Pro Vercelli, Carrarese) sempre attraverso i social ufficiali, spiegando di sapere bene da che parte stare, ovvero contro il razzismo e la discriminazione territoriale. L’ex presidente del Torino, Attilio Romero, ha detto di apprezzare la pacatezza di Balotelli sul fenomeno razzista, mentre il Viola Club di Budapest, a sostegno della Fiorentina, ha rotto il gemellaggio con il Verona, attraverso una lettera del presidente, Sandor Zwack, pubblicata su Repubblica Firenze. Una lettera in cui si è spiegato di non voler avere nulla a che fare con una tifoseria che porta le bandiere con la svastica in curva e si produce in versi della scimmia verso un giocatore dalla pelle scura, condannando anche l’atteggiamento del presidente del Verona, Maurizio Setti e dell’allenatore, Ivan Juric, che avevano minimizzato l’episodio Balotelli.

IL PRESIDENTE della Figc, Gabriele Gravina si è augurato la convocazione di SuperMario in nazionale (Roberto Mancini è stato suo allenatore all’Inter e al Manchester City) come messaggio positivo verso il mondo del calcio da parte del pallone italiano, una specie di sfida all’intolleranza e al razzismo, dopo l’invito da parte del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora alla federcalcio di intraprendere provvedimenti più duri nella lotta al razzismo. E ancora Renzo Ulivieri, presidente dell’Assocalciatori, ha invitato all’impegno di tutti, «dalle scuole, istituzioni, politica e genitori a convincere gli altri che il razzismo è un pensiero sbagliato, che ha portato a tragedie», mentre l’endorsement alla reazione di Balotelli verso i cori a Verona è arrivato perfino da Lapo Elkann, attraverso un tweet sul profilo di Italia Independent.