L’ultimo tassello di questa intricata spy story lo riporta la stessa abbottonatissima azienda, la Ferrero, in un comunicato esclusivamente in lingua francese. Il ceppo di Salmonella Typhimurium, che ha scatenato il vasto focolaio europeo di salmonellosi (che conta almeno 150 casi, in prevalenza bambini sotto i dieci anni), era già stato identificato all’interno dell’impianto di Arlon, in Belgio, lo scorso 15 dicembre durante controlli interni. Era stato rilevato in un filtro all’uscita di due serbatoi di latticello. Ma, poi, l’allarme sarebbe rientrato.

Non, però, le segnalazioni di infezioni – la prima il 7 gennaio nel Regno Unito – che a fine marzo sono state ricondotte dagli scienziati dell’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ad alcuni prodotti a base di cioccolato confezionati proprio nello stabilimento Ferrero di Arlon, dove passa il 7 per cento del volume della produzione annua di Kinder.
E, così, la celebre multinazionale dolciaria con sede ad Alba (Cuneo), dopo l’intervento dell’Agenzia federale belga per la sicurezza della catena alimentare (Afsca) che ha sospeso l’autorizzazione alla produzione, ha bloccato l’impianto e annunciato il ritiro di tutti i prodotti Kinder fabbricati all’interno.

E ha, poi, esteso il richiamo in Italia alle referenze Kinder Sorpresa T6 «Pulcini», Kinder Sorpresa Maxi 100g «Puffi» e «Miraculous», e Kinder Schoko-Bons. L’azienda ha voluto, però, «rassicurare che le uova di Pasqua Kinder GranSorpresa sul mercato italiano, in tutti i formati e caratterizzazioni, non sono coinvolte dal richiamo, perché prodotte in Italia ad Alba».

Una fonte che lavora nella grande distribuzione in Italia ci parla di giornate concitate, con un intensificarsi di chiamate e preoccupazioni da parte dei clienti. Si è passato dal ritiro al richiamo dei lotti specifici dei prodotti realizzati ad Arlon con cartelli appositi rivolti al consumatore per «la possibile presenza di salmonella».

Secondo il recente report delle due autorità europee preposte agli accertamenti, Ecdc e Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), i casi di salmonellosi segnalati sono sparsi tra dieci Paesi; nessun caso segnalato per ora in Italia. La maggior parte sono nel Regno Unito, in Francia e in Belgio; gli altri in Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna e Svezia. Molti bambini sono stati ricoverati in ospedale. La salmonellosi provoca sintomi simili a quelli della gastroenterite talvolta acuta (febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea). Il focolaio epidemico plurinazionale è tuttora in evoluzione, ma sottolinea il report «i richiami e i ritiri lanciati in tutto il mondo ridurranno il rischio di ulteriori infezioni».

Intanto, mentre la procura di Luxembourg – la provincia del Belgio dove lo stabilimento di Arlon è operativo da trentatré anni – ha aperto un’indagine giudiziaria per fare chiarezza su quanto accaduto, gli esperti Efsa e Ecdc, con cui Ferrero collabora, affermano che sono necessarie ulteriori indagini per identificare la causa principale, il tempo e i possibili fattori alla base della contaminazione. Compresa la valutazione di un possibile uso più ampio delle materie prime contaminate in altri impianti di lavorazione.