Anche il Veneto risponde all’appello dei NoTav e si mobilita contro le Grandi Opere. Venerdì centri sociali e comitato Opzione Zero hanno «liberalizzato» il casello autostradale di Venezia. Nella mattinata di ieri i comitati del Polesine hanno impedito lo svolgimento del convegno sulla Orte Mestre. Una iniziativa contro le servitù militari è stata messa in atto anche a Vicenza, con razzi e fuochi d’artificio contro la base Dal Molin.

L’iniziativa più spettacolare e innovativa svolta nell’ambito della «due giorni» di lotta promossa dall’assemblea dei comitati e delle associazioni ambientaliste del Veneto «30N» è stata comunque quella svoltasi al casello autostradale. Circa 150 attivisti hanno occupato tre caselli per circa un paio di ore consentendo agli automobilisti di transitare gratuitamente. «L’autostrada l’abbiamo già pagata con le nostre tasse – ha spiegato Mattia Donadel del comitato Opzione Zero – La Concessioni Autostrade Venete dopo aver devastato mezza regione con passanti e tangenziali ha scoperto che sono inutili perché gli automobilisti per evitare di pagare pedaggi pesantissimi preferiscono percorrere le vecchie strade». L’iniziativa si è svolta senza creare nessun intralcio al traffico, anzi, con la totale solidarietà degli automobilisti.

Non meno importante l’azione svoltasi ieri mattina ad Adria, nel cuore del Polesine, dove un folto gruppo di attivisti ha impedito lo svolgimento di un convegno sulla Orte Mestre cui avrebbero dovuto partecipare anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e l’assessore regionale alla Mobilità, Renato Chisso.

«La sirena delle Grandi Opere non incanta più nessuno – spiega Tommaso Cacciari del Morion di Venezia – Mose, Passante, Mestre Orte e Tav non servono ad altro che a devastare l’ambiente per far convergere denaro pubblico nelle tasche dei privati. Bisogna mettere in sicurezza il territorio e garantire servizi pubblici efficienti. L’unica Grande Opera che vogliamo è casa e reddito per tutti».

 

video da Global Project