«Andate via zozzoni» urla agitando le braccia una donna con una felpa blu. «Te devi coprì la testa come al paese tuo», grida accanto a lei un energumeno rivolto a una donna che si allontana scortata da agenti in tenuta antisommossa. I due scalmanati non lo sanno, e sicuramente neanche gli interessa, ma il paese della donna contro la quale si accaniscono è il loro stesso paese, l’Italia. La sua colpa sarebbe però quella di essere di origine eritrea, come il marito e la bambina che sono con lei e che, come lei, adesso camminano terrorizzati da quanto li circonda in mezzo a due ali di poliziotti.

La Roma che è forse più ignorante che razzista si è svegliata ancora una volta, aizzata da una trentina di aderenti a Forza nuova che ieri mattina hanno impedito a una famiglia italo eritrea di entrare nell’alloggio popolare dell’Ater che gli era stato regolarmente assegnato. Un appartamento al Trullo, periferia della città occupato abusivamente da tre anni da una ragazza con il suo un bambino. Per impedire ai nuovi assegnatari di entrare nella casa, il manipolo fascista ha iniziato una sassaiola che ha provocato il ferimento di tre agenti. Alla fine degli scontri cinque persone sono state fermate, tra le quali anche Giuliano Castellino, leader della formazione di estrema destra «Roma ai romani». Tutti sono accusati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, mentre le immagini registrate dalla polizia scientifica durante gli scontri sono adesso al vaglio degli inquirenti per individuare altri eventuali responsabili. Almeno per ora, invece, la famiglia di origine eritrea ha dovuto rinunciare alla sua casa.

Le stesse scene si erano viste il 6 dicembre scorso in un’altra periferia romana, San Baslio, dove gli abitanti si era rivoltati contro l’arrivo di una famiglia di origine marocchina, e a gennaio sempre al Trullo. E ogni volta a dar man forte c’erano come oggi gruppi di neofascisti.

Solidarietà alla famiglia italo-eritrea è stata espressa da Virginia Raggi. «Roma no farà mai nessun passo indietro davanti alla violenza neofascista, è inaccettabile», ha detto la sindaca che si è anche detta vicina agli agenti feriti. «Siamo fermamente convinti – ha proseguito – che l’inclusione sociale e la legalità siano la strada da pecorrere per non cadere nel buio dell’intolelranza».

Sempre più spesso ormai esponenti di movimenti di destra danno vita a iniziative nella periferia romana che poi sfociano in disordini. Gli ultimi, in ordine di tempo, si sono avuti questa estate al Tiburtino III davanti a un centro di accoglienza di migranti.

A scatenare la rivolta è stata la denuncia – poi rivelatasi falsa – di una donna che ha detto di essere stata aggredita da un eritreo.