“Il clima contro i movimenti a Roma è intollerabile per questo ci siamo nuovamente arrampicati su uno dei simboli della città”. Sulle impalcature della Piramide Cestia un gruppo di attivisti e occupanti dei movimenti per il diritto all’abitare. Sotto, in presidio permanente, centinaia di senza casa. L’azione è stata decisa dopo il divieto della Questura a sfilare domani in corteo per le vie del centro da Piramide.

Una decisione che i movimenti per il diritto all’abitare interpretano come la prosecuzione della linea dura degli ultimi mesi. Viene dopo l’approvazione del piano Lupi sull’emergenzaabitativa che contiene all’articolo 5 la norma che nega acqualuce e gas a chi si trova in occupazione o senza titolo in un appartamento. Viene dopo il plateale arresto di Paolo Di Vetta, portavoce dei Blocchi Precari Metrolitana a piazza Montecitorio al termine di una conferenza stampa, e il suo ritorno ai domiciliari insieme al portavoce del Coordinamento cittadino per la lotta della casa Luca Fagiano. E viene dopo lo sgombero di centinaia di famiglie dalla Montagnola e da Torre Spaccata.

I senza casa sgomberati da un edificio vuoto a Torrespaccata sono da oramai venti giorni “ospiti” della Basilica di Santa Maria Maggiore. “Siamo abbandonati completamente dalle istituzioni – spiega uno di loro – L’unica soluzione che ci è stata proposta è un capannone all’ex Fiera di Roma, neanche un residence! Non andremo con le nostre famiglie a vivere ammassati in un capannone, questo il Sindaco lo deve sapere”.

“La motivazione ufficiale è il concerto dei Rolling Stones e dicono che il divieto è solo per domani – spiega Irene dei Blocchi Precari Metropolitani – ma questo si inserisce in un clima di vera e propria guerra ai movimenti per la casa dopo l’approvazione del Piano Casa di Renzi”.

Il Comune di Roma sta approvando una buona delibera in controtendenza con il Piano Casa sul riutilizzo a fini abitativi del patrimonio in disuso che fa seguito ad un’iniziativa analoga della Regione Lazio – spiega ancora Irene – ma di certo sarà inutile se l’atteggiamento della Procura e del Ministero degli Interni continuano ad essere sgomberi e la persecuzione giudiziaria. Non possiamo fare a meno di chiedere: chi decide in questa città? La politica conta ancora qualcosa nel risolvere i problemi sociali?”.

Il riferimento non è solo agli arresti o agli sgomberi già eseguiti nelle scorse settimane, ma alle indiscrezioni riportate dal quotidiano il Tempo che parlano del lavoro del pool antiterrorismo (che evidentemente ha tra le sue priorità le emerge sociali) che avrebbe presentato al Procuratore Pignatone 60 fascicoli riguardanti occupazioni abitative, per procedere con il sequestro e lo sgombero, a iniziare dai palazzi di proprietà dei privati.

«Invitiamo il Questore e il Prefetto ad incontrare i promotori della manifestazione e a concedere l’autorizzazione allo svolgimento del corteo – afferma il capogruppo Sel in Campidoglio Gianluca Peciola –  In questo momento di forte tensione sociale porre il divieto di manifestare è un segnale repressivo inaccettabile. Bisogna riscoprire gli strumenti del dialogo e della mediazione con i movimenti. Bisogna affrontare l’emergenza abitativa a Roma e trovare una soluzione sull’applicazione dell’articolo 5 del decreto Lupi».

La richiesta dei movimenti per il diritto all’abitare, oltre alla possibilità di sfilare domani in corteo, è anche quella dell’apertura di un tavolo interistituzionale con Comune, Regione e Prefettura, per impedire l’apertura di una nuova stagione di sgomberi che rischierebbe di far esplodere una nuova emergenza sociale in città.