Si sono ritrovati davanti al Parlamento con striscioni, megafono, mascherine e guanti. Nel silenzio surreale del centro di Roma completamente vuoto alcuni esponenti dei movimenti per il diritto all’abitare, di Asia Usb e della rete studentesca Noi Restiamo hanno tenuto ieri mattina una conferenza stampa in via del Corso, a poche decine di metri da Palazzo Chigi.

«Siamo venuti vicino al parlamento perché da due mesi parla solo il premier Conte, ma anche noi abbiamo qualcosa da dire sulla situazione sociale del paese – afferma Luca Fagiano, del Coordinamento cittadino di lotta per la casa – Ci vuole un reddito per tutti, che sia sufficiente a garantire una vita dignitosa. Non bastano le misure prese finora, come ad esempio i buoni spesa, che sono diventati una lotteria».

L’associazione abitanti e inquilini del sindacato Usb ha sottolineato la necessità di bloccare non solo gli sfratti, ma anche il pagamento di affitti e utenze. «Nella campagna per lo sciopero dell’affitto che stiamo portando avanti con gli studenti – ha detto Angelo Fascetti di Asia Usb – stiamo ricevendo moltissime richieste di aiuto da parte di persone che non possono più pagare o hanno bisogno di una rivisitazione del canone da versare ai proprietari di casa. Servono interventi strutturali di edilizia pubblica e riduzione degli affitti per incidere sul mercato degli alloggi, soprattutto nelle grandi città. Ciò che è stato fatto finora è insufficiente».

Sugli striscioni srotolati dalla decina di attivisti, disposti a distanza di sicurezza uno dall’altro, la richiesta al governo di una “fase 2” all’insegna di reddito universale, cancellazione dell’articolo 5 (che impedisce agli occupanti di case di prendere la residenza e allacciare luce e acqua) e finanziamento della sanità pubblica. Tutto intorno i tanti agenti di polizia – in divisa, in borghese e a bordo di alcune camionette – hanno avuto un atteggiamento abbastanza rilassato. Alla fine, però, hanno chiesto i documenti per identificare tutti i presenti.