Il Dipartimento di Stato ha annunciato che gli Stati uniti vogliono tagliare gli aiuti a El Salvador, Guatemala e Honduras; il capo dello staff della Casa Bianca, Mick Mulvaney, ha dichiarato che questi Paesi «potrebbero fare di più» per mitigare la «crisi umanitaria» al confine Usa meridionale.

Il giorno precedente all’annuncio Trump affermava che questi Paesi avrebbero appositamente creato le carovane migratorie per l’ingresso negli Stati uniti: «Stavamo pagando enormi somme di denaro – ha dichiarato – ma non pagheremo più, perché loro non hanno fatto nulla per noi, hanno solo creato queste carovane».

Già da mesi The Donald attribuisce ai paesi centroamericani la responsabilità della crisi dei migranti alla frontiera meridionale statunitense, a ottobre aveva twittato la minaccia di tagliare gli aiuti in quanto queste nazioni «non sono in grado di fare il lavoro necessario per impedire alle persone di lasciare il loro Paese e venire illegalmente negli Stati uniti».

Non è chiaro quanti fondi verranno tagliati, ma già gli esperti di politiche migratorie sostengono che un’interruzione degli aiuti a paesi i cui abitanti scappano per via della violenza e delle difficoltà economiche, non è efficace nel ridurre il numero di migranti.

Secondo la Global Leadership Coalition degli Stati uniti, che comprende diplomatici in pensione, leader militari e membri del Congresso, i programmi di aiuto nei tre paesi in questione vanno sostenuti in quanto sono volti ad affrontare le «cause profonde della violenza» al fine di «promuovere opportunità e sicurezza per i loro cittadini».