Caro Landini,
siamo un gruppo di sindacaliste Cgil* e femministe, dopo aver letto l’intervista che ti ha fatto Rossana Rossanda (il manifesti, 5 aprile),
a noi piacerebbe proprio, come tu sostieni, che un altro genere di sindacato fosse possibile.Per renderlo reale è urgente e necessario ripensare, alla radice, molte delle pratiche, delle abitudini e delle scelte politiche di stampo patriarcale, che hanno caratterizzato la tua organizzazione in questi anni.

Ha ragione Rossanda a evidenziare che la Cgil ha rifiutato di partecipare allo sciopero generale dell’8 marzo, per tre anni di fila, quando ancora c’era la segretaria generale Camusso, ai femminismi non completamente estranea. Non ammettere di non aver avuto la forza e la capacità di sostenere lo sciopero femminista significa fare torto a tutte quelle compagne, delegate e sindacaliste che lo sciopero lo hanno fatto e organizzato da sole, anche mediando con il movimento femminista, Nudm.

La copertura legale c’è stata perché ogni volta sono stati i sindacati di base a convocarlo. La Cgil avrebbe potuto non solo indirlo a sua volta, ma anche prepararlo, come qualsiasi altro sciopero, dando un contributo fondamentale per la sua riuscita, dalle riunioni coi direttivi alle assemblee nei posti di lavoro per ragionare sul perché lo sciopero indetto dai movimenti femministi internazionali è uno sciopero dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura.

La Cgil ne avrebbe avuto tutto il tempo se solo avesse voluto e se avesse compreso le ragioni di uno sciopero che riguarda tutte e tutti, non solo le donne, penalizzate nel dover fare tutto, spesso in pessime condizioni e senza ritorno economico, ma anche gli uomini che godono di privilegi nel lavoro produttivo e di vantaggi nel non occuparsi del lavoro riproduttivo e di cura.

Marta Dillon, femminista argentina, all’assemblea internazionale femminista convocata da Nudm a Verona il 31 marzo scorso, ha raccontato che“abbiamo fatto una piccola rivoluzione utilizzando e mutuando lo strumento sindacale, che abbiamo costruito con le compagne sindacaliste; mi sembra molto importante sottolineare il processo di accompagnamento delle compagne nei sindacati, che sono tradizionalmente strutture chiuse e patriarcali, processo con cui cerchiamo di contaminare con il femminismo chi si trova in queste strutture affinché si possano ribellare al patriarcato”.

È quindi possibile arrivare ad uno sciopero partecipato e che incida sull’opinione pubblica, mettendo in circolo saperi e pratiche femministe che riguardano l’organizzazione del lavoro nella sua interezza, dal divario salariale alla salute femminile nei luoghi di lavoro, dalle violenze sui luoghi di lavoro ai ricatti contrattuali.

Non c’è dubbio che non sia facile il rapporto di una grande organizzazione come la Cgil con i movimenti femministi. Non lo è mai, in assoluto, perché di per sé il rapporto con i movimenti presuppone pazienza, capacità di ascolto e reciproco rispetto delle autonomie e dei propri linguaggi.

Ma è possibile, se c’è la volontà politica.

Ti suggeriamo quindi di aprire la tua organizzazione a un reale percorso da qui al prossimo 8 marzo, dando ascolto e voce alle delegate che hanno sostenuto lo sciopero, promuovendo assemblee sindacali tematiche che coinvolgano femministe, economiste e sociologhe del lavoro, partendo proprio dalle istanze del Piano Femminista contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, redatto dal movimento Nudm.

Il femminismo non è problema culturale né può essere utilizzato come fiore all’occhiello, per noi è una pratica di relazione e una visione del mondo per migliorare la vita di tutte, tutti e tuttx.

Un saluto, in attesa di una tua risposta.

Emma Baeri Parisi, Barbara Bonomi Romagnoli, Aurora Bulla, Giovanna Capelli, Sara Catania Fichera, Cinzia Colaprico, Alda Colombera, Eliana Como, Tiziana Dal Pra, Anna Della Ragione, Francesca Di Bella, Maria Falcitelli, Delia Fratucelli, Elisa Giomi, Samira Giulitti, Filomena Lamacchia, Isabella Liguori, Lea Melandri, Monica Miserocchi, Paola Morandin, Francesca Paoloni, Savina Ragno, Giuliana Righi, Loretta Sabattini, Nadia Somma, Antonella Stasi, Patrizia Tardivello, Adriana Terzo, Franca Treccarichi, Pierina Trivero, Marina Turi, Carmela Uliano, Maura Verra
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