Ciao a tutti, sono Pedro. Sono il cantante della band dove Giorgio suonava, i Court. Eravamo tutti ansiosi di tornare a fare prova, anche perché Giorgio era stabilmente nella band, con lui avevamo tutto un nuovo sound “tastieroso” prog anni 70 /primi 80, fantastico…Tanti progetti, il nostro nuovo studio in fase di completamento, un nuovo disco da fare… Mi mancherà tantissimo, ci mancherà tantissimo. Vi lascio alcune foto: una l’ho scattata in occasione del concerto (poi annullato in corso per maltempo) lo scorso 12 luglio per una festa della Croce Rossa. Vi racconto un aneddoto: ormai l’organizzazione aveva annullato l’evento, ma noi (e Giorgio come si vede nella foto), mentre i fonici smontavano tutto intorno a noi, avevamo continuato a jammare sul palco con il gruppo spalla per 45 minuti e più… Giorgio ci aveva dato dentro di brutto! Notate la fantastica abat-jour che troneggia sul Wurlitzer! A Giorgio era piaciuta molto, avevamo deciso di renderla parte integrante del suo setup! (assieme alle 1000 tastiere…!) Le altre foto sono di sessioni di prova e “setup” del suo enorme sistema di tastiere. Che risate!!! Mi piace ricordare Giorgio che improvvisava col “solito” gusto, e quando suonava neanche guardava la tastiera: guardava intensamente (con occhio stranito talvolta) chi suonava con lui…. Continua a guardarci, Giorgio… Un abbraccio a tutti voi.
Marco Pedrini

Giorgio l’ho conosciuto nella redazione milanese nel lontano 2004. La prima cosa che notai, sono musicista, che a fianco della sua scrivania c’era un basso elettrico! Parlammo subito di musica, era inevitabile. Lui era un appassionato di Raggae, ma certamente il suo era un raggae da combattimento: era sempre con gli umili ed i derelitti (che a Milano non mancano). Attento alle istanze sociali, mai spocchioso, anche troppo disponibile ad ascoltarti. Sei con Bob Marley, ora suoni il basso nel suo gruppo. Addio Giorgio.
Alex Schiavi, Milano

Non conoscevo personalmente Giorgio Salvetti. Ne avevo imparato a conoscere e apprezzare lo stile e l’accuratezza sulle pagine del manifesto. Aveva la mia stessa età. E la stessa passione per un’informazione militante e libera. Le sue inchieste su Expo ad esempio, sono quanto si più interessante sia stato scritto sul tema. Se ne va un bravo giornalista, un compagno, uno di noi. Ciao Giorgio che la terra Ti sia lieve.
Silvio Messinetti

Ti conoscevamo poco, tu in quella Milano di speranze, da qualche anno, e ora di disillusioni; noi a Roma, a tentare la sorte con una talpa che continua a scavare quell’attualità che hai raccontato, per cui sei ancora lì, fuori da tutti i locali sgomberati, dentro tutte le lotte future. Un abbraccio forte
la redazione di manifestolibri, Marco Bascetta, Simona Bonsignori, Stefano Petrucciani, Paolo B. Vernaglione

Un agosto varesino, 4 amici, 15 anni e la prima volta che ho visto The Wall. Un maggio milanese, il balcone enorme, una pasta, racconti e consigli preziosi. Un altro maggio milanese, il balcone fiorito, la solita pasta, idee e progetti visionari. Un 23 dicembre, autostrada A8, la macchina ferma senza benzina. Metti la seconda e lascia la frizione. A balzi fino all’autogrill e poi cena improvvisata con panettone. Concerto degli U2 a San Siro, andiamo e ascoltiamolo da fuori. Poi la corsa fino al terzo anello, fiatone e risate. Non si sa dove mettersi, in questo momento. Ma qualunque cosa sia successa, Giorgio, io sto dalla tua parte.
Alessandra Mauri

Ciao Giorgio, ti ho conosciuto poco, ma ogni volta che ti ho visto sono sempre rimasto colpito dalla tua serenità e bontà d’animo, qualità che si percepiscono immediatamente parlando con te. La prima volta credo fosse proprio nella redazione del Manifesto a Milano, e l’ultima volta il mese scorso, bevendo birre e fumando sigarette sul balcone di casa tua…e quando ho saputo della tua morte son rimasto incredulo e sconvolto…e poi ho pianto…non mi capitava da tanto, nemmeno in casi in cui sono morti miei cari più prossimi…non so ancora esattamente perché, ma è come se la tua morte mi abbia creato un’angoscia interiore, forse perché se una persona così dolce e serena come te ha deciso di andarsene così, allora può capitare a chiunque di essere sopraffatto dalla sofferenza, e questo pensiero mi spaventa…allora quelle lacrime versate forse sono state anche un po’ dettate dall’egoismo…non lo so…ma ora spero solo che tu abbia trovato un po’ di quella quiete che cercavi. Ti abbraccio forte, e mando un abbraccio anche a chi ti è stato vicino ed è rimasto colpito dal tuo animo. Ciao Giorgio.
Filippo Doria

La sua casa per me era diventato un rifugio. Arrivavo di corsa, per un’inchiesta a caso, l’ultima sul terrorismo o quella sulla finanza italiana. E lui, che tutto sommato mi conosceva abbastanza poco, mi prendeva con sé con quel riflesso automatico e schizofrenico del «siamo del manifesto quindi condividiamo pane e companatico». Di notte, se fuori non nevicava, giravamo Milano a volte allungando la strada fino alla sua Varese. Il poco che ho imparato su quei posti lo devo a lui. E proprio questo mi veniva in mente di Giorgio ieri pomeriggio, parlando col suo compagno di banco e avventura: se tutti quelli che lo conoscevano indovinavano la sua sensibilità, solo chi aveva la fortuna di avvicinarsi un po’ di più scopriva quanto fosse generoso. E capace di essere lui, apparentemente così fragile, un appoggio per gli altri.
Sara Menafra, Roma

Leggo con angoscia e sgomento della scomparsa di Giorgio Salvetti. Fra le (troppe) firme scomparse dal colofon negli ultimi anni, la sua è una di quelle che mi mancheranno di più: Per l’età, la generosità, l’impegno, la professionalità, ma anche la comune appartenenza alla ridotta milanese del giornale. Un forte abbraccio alla famiglia, a tutti voi e a Luca.
Andrea Voglino

Oggi ho letto la notizia che mai avrei voluto. Per chi vive a Milano, Giorgio era un punto di riferimento. E penso che lo fosse diventato per tutti i lettori. Leggeva la difficile realtà che ci circonda con profondità e ricchezza che coniugava ad uno scrivere chiaro, raro da trovare. I suoi articoli, inoltre, erano pieni di sincera passione civile. Sapeva informare e scuotere le coscienze. Lo ricordo sempre presente alle numerose iniziative per tenere vivo il manifesto. In quelle occasioni, sapeva esporre i problemi, ascoltare, mettersi in gioco e trasmettere la volontà di superare insieme gli ostacoli. Ci mancherà.
Luigi Carosso

Ciao caro Giorgio, ricorderò sempre la tua delicatezza e disponibilità, il tuo carattere sensibile e gentile, mai rude o aggressivo. Virtù preziose, davvero rare.
Antonio Sciotto

Ho avuto la fortuna di lavorare al manifesto una sola estate, quella del 2008. Nelle stesse settimane venne a dare una mano nella redazione romana anche Giorgio. Scoprire la sua età per me fu una sorpresa. Quando leggi per anni una firma, immagini sempre che dietro ci sia un volto adulto, esperto, segnato dal tempo. Nulla di tutto questo: Giorgio era un ragazzo, barbetta e occhiali in volto, e un sorriso sempre ironico nel commentare, ben prima dei giudici, i disastri della giunta provinciale di Penati. Anche dai ricordi s’impara. Un abbraccio, a chi resta e a chi non c’è più
Enrico Miele

Che la terra ti sia lieve compagno Giorgio.
Alfredo

Buongiorno a tutti, vorrei inviarvi un pensiero da parte mia e dei miei genitori. Un anno fa è venuto a mancare mio nonno e questa è la poesia che gli abbiamo lasciato. Invictus: «Dal profondo della notte che mi avvolge, / Nera come l’abisso da un estremo all’altro, / Ringrazio qualunque divinità esista / Per la mia anima invincibile. Nella feroce morsa delle circostanze / Non ho arretrato, né gridato. / Sotto i colpi d’ascia della sorte / Il mio capo è insanguinato, ma indomito. Oltre questo luogo d’ira e lacrime / Incombe il solo Orrore delle ombre / Eppure la minaccia degli anni / Mi trova e mi troverà senza paura. Non importa quanto stretta sia la porta, / Quanto carica di punizioni la sentenza, / Io sono il padrone del mio destino: / Io sono il capitano della mia anima». (William Ernest Henley). Un saluto a pugno chiuso per chi lotta per i propri sogni a fianco degli ultimi.
Francesca, Giovanni e Cinzia.do per Giorgio

Appeso / sull’albero / della vita / spoglio… ciao giorgio
Paola Buccianti

Ciao compagno Giorgio, di te mi rimane il piacevole ricordo di un giornalista militante, che ha raccontato in modo unico e straordinario la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori del San Raffaele. La tua inchiesta, pubblicata sul paginone del manifesto del 7 febbraio 2013 è stato un importante contributo, così come i tuoi interventi nei momenti più duri della lotta. Grazie. Addio Poeta estinto.
Margherita Napoletano

La notizia della scomparsa di Giorgio Salvetti mi addolora. Negli incontri avuti e nelle telefonate ho sempre apprezzato la sua gentilezza e disponibilità. Le più sentite condoglianze ed un forte abbraccio ai suoi familiari, a tutto il collettivo ed a Luca.
Antonio Corbeletti,Voghera (Pv)

Ritengo sempre utile “aderire” al Vivere, spesso ricordando le assenze che dovrebbero narrare di un “valore”, la vita, che la moderna concezione di società troppo spesso conduce ad egoismi ricchi ed annoiati. Da un lancio letto su un profilo Fb aderisco – memoria e ricordo. Non altro.
Giuseppe Giorgi, Napoli

Un abbraccio per la perdita del collega!
Michele De Giovannini

Non conoscevo Giorgio Salvetti ma proprio ieri ho letto quello che poi ho appreso essere stato il suo ultimo articolo. Oggi ho letto qualche cenno alle circostanze della sua scomparsa. E tutto l’insieme mi ha colpito. Nel pieno della sua attività, se ne è andato così. Non deve essere stata molto felice la sua vita. I compleanni possono essere molto tristi. Rivolgo a lui il mio pensiero.
Francesco Maura

Giorgino, non ci credo, sei volato via, che tristezza! Mi sembra ieri la tua presenza al San Raffaele per l’intervista, dal «di dentro», a Margherita (mia moglie, delegata sindacale Usb…) e ad altre/i lavoratrici e lavoratori (di Usi e Cgil) dell’ospedale in lotta per il posto di lavoro e contro ingiustizie scandalose! Anche se in quel momento eri in cassa integrazione, mi hai chiamato per vedere di «combinare qualcosa», per aiutare a non lasciare isolata quella lotta. Uno dei pochi giornalisti di sinistra che si è presentato direttamente, e non per telefono e basta, durante quel lungo presidio, scrivendo un bellissimo articolone, chiaro e profondo. Un’intera pagina del giornale che ha fatto conoscere meglio, appunto dal «di dentro», finalmente su «il manifesto», una lotta così lunga, importante, significativa, piena di risvolti e contenuti sindacali poco allineati, non omologati e assai scomodi, seppur con le “mediazioni” linguistiche “obbligate” che ti è toccato fare…per non irritare troppo certi burocrati!
Ti conosco dai tempi dalle “mie” lotte dentro l’Alcatel di un po’ di anni fa e per le prime cene di solidarietà di Metromondo per «il manifesto», in cui partecipavi volentieri con Luca e Manuela. Ci sentivamo ogni tanto, per reciproco bisogno, per raccontarci, per far sapere, ed eri sempre cortese, carino, disponibile… Non c’era volta, fin quando c’è stata la pagina milanese del giornale, che non mettevi gli annunci degli eventi di Metromondo, la cui soppressione è stata veramente triste anche per te… Al momento non so ancora bene il come e il perché mai hai deciso di andartene, dopo indagherò, ma ora mi è venuto istintivo di piangere e di manifestare la mia vicinanza scioccata, per dirti subito qualcosa, sono veramente toccato, incazzato. Addio Giorgino bello, per come ti ho conosciuto io sei un bellissimo angelo volato via troppo in fretta! Mi/ci mancherai… Anche gli altri compagni di Metromondo che ti hanno conosciuto sono veramente addolorati della tua scomparsa, Giorgino… Ciao.
Gino Perri, Milano

Ho conosciuto Giorgio molti anni fa. Non posso dire fosse un mio amico, ma amico di amici che poi ho incontrato di nuovo ogni qualche anno. Ci trovavamo spesso nel tentativo di assemblare qualche performance poetico-musicale, è finita regolarmente in birrette e chiacchiere e sale prove al limite del possibile. Ne ricordo soprattutto lo sguardo e il sorriso, ironici ma buoni, che mi davano sempre un’impressone di dolcezza e statura, di intelligenza e comprensione. La notizia mi colpisce molto tristemente, sono vicino al dolore di tutti quelli che gli hanno voluto bene.
Paolo Triulzi

Ho conosciuto Giorgio Salvetti e Luca Fazio quindici anni fa, quando come umanisti eravamo tra i pochissimi a occuparci della vergogna del Corelli. Con enormi difficoltà burocratiche entravamo in quel posto di ingiustizia e umiliazioni e gli unici a dare spazio alle nostre denunce e ai nostri racconti erano Giorgio e Luca. Poi, nel 2006, gli abbiamo fatto conoscere Tomas Hirsch, candidato presidenziale dell’alleanza di sinistra cilena «Juntos Podemos», durante una sua visita in Italia. Ricordo un pranzo in una trattoria vicina all’allora sede della redazione milanese del manifesto, in un’atmosfera allegra e intensa, piena di domande curiose e risposte interessanti. Ne è uscito un bell’articolo su un fenomeno poco conosciuto in Italia. Non so perché Giorgio abbia scelto di andarsene, ma voglio ricordare la sua curiosità, allegria e apertura.
Anna Polo

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere, leggere ed apprezzare il lavoro di Giorgio. La sua scomparsa ci riempie di dolore e ci fa sentire più soli. Esprimiamo con affetto e vicinanza le nostre condoglianze alla famiglia e alle compagne/i del il manifesto, Ciao Giorgio che la terra ti sia lieve.
Le compagne/i dell’Osservatorio sulla Repressione

Non ho conosciuto personalmente Giorgio, ho letto qualcosa di quello che ha scritto su «il manifesto», avendo vent’anni di più vorrei considerarlo quasi un figlio che ha lavorato per un giornale che ho sempre amato (sì, amato), che ha espresso idee che ho sempre amato e continuo ad amare. Voglio soltanto dire ai parenti, agli amici, ai colleghi del «manifesto» il mio essere loro vicini e che per Giorgio sia lieve ora il cammino, con il sorriso delle stelle, nei campi elisi della pace eterna.
Guido Capizzi

Addolorato dalla tragica notizia mi mancheranno di Giorgio le sue cronache e le sue analisi su Milano, sempre esatte e chiare come l’ultima su Expo. Il ricordo va quando discutemmo degli affari di Formigoni e degli arresti dei dirigenti di infrastrutture Lombarde: intuì la gravità della situazione e denunciò meglio di altri l’estesa ramificazione di quella attività criminale dentro le istituzioni. Un abbraccio alla famiglia e alla redazione del manifesto.
Maurizio Giufrè

Dolore per Giorgio. Per la sua famiglia.
Laura, Torino

Mi duole molto aver saputo che hai deciso di lasciarci. Non dimentico le tue gesta semplici e umane accanto ai senza voce, non dimentico la tua generosità e disponibilità quando ti chiedevo di pubblicare un annuncio per una iniziativa sul Nicaragua. Ciao Giorgio, ci mancherai ma, non ti dimenticheremo perché lo so che sarai sempre vicino e accanto a chi lotta.
Angela

«Ciao Giorgio, sono Mauro riesci a mettere in pagina per domani una manchette 2×84 che mi hanno appena confermato?»… era la mia classica telefonata a sera quando ormai la pagina era già approntata ma quelle pubblicità, ancorché poche, aiutavano a tenere in piedi l’edizione milanese e allora smantellavi e rifacevi tutto da capo… poi gli anni in ufficio insieme in via Pindemonte con Luca, con Mario… non ci vedevamo da tanto, troppo tempo… ciao Giorgio…
Mauro Marangoni