Mi sapete dire cos’è un diario?
“E’ un quaderno dove ci scrivi”. “E’ un quaderno a righe piccolino con l’etichetta dove sull’etichetta metti il tuo nome. Ci puoi scrivere solo tu”. “Tu, maestro, nelle pagine di diario non puoi mettere un voto perché noi ci siamo messi d’accordo così. Ce lo hai detto tu. Anche se io ho fatto un errore grossissimo di ortografia, tu puoi solo farci un puntino sotto la parola”. “Il diario personale è un diario che puoi rileggere solo tu. O il maestro. Ma se vuoi anche i tuoi genitori o i tuoi amici. Ma solo quelli che vuoi tu”.

Sì, ma cosa ci si scrive sopra?
“Ci scrivi quello che hai fatto durante una giornata. Ma non tutto quello che hai fatto. Solo le cose più interessanti”. “Però non sei costretto a scriverlo tutti i giorni ma solo quando ne hai voglia”. “O hai delle cose interessanti da scrivere”. “Però almeno due volte a settimana lo devi scrivere perché poi è anche un compito”. “Io delle volte non so cosa scrivere perché nella giornata non mi era mai capitato niente di interessante e allora non scrivo niente o scrivo i miei pensieri”. “Però puoi anche farci un disegno o attaccare delle figurine o delle foto ritagliate dai giornalini, se vuoi, così diventa più bello, più colorato”.

Mi leggete alcune pagine del vostro diario?
“Inizio io. Caro Diario, adesso sono a casa e non so cosa fare, così ti presento la mia famiglia. Mia mamma si chiama Carmela. Mio padre si chiama Luigi ma tutti lo chiamano Gino. Mia sorella, che è appena nata, si chiama Francesca. Visto che ho fatto qualcosa, caro Diario? Cosa? Scriverti! A me piace molto scriverti. Va beh, alla prossima”. “Caro diario, a me non piace quando dei miei compagni di classe certe volte fanno finta che io sia invisibile e anche se gli parlo fanno finta di non sentirmi”. “Caro diario, lo sai io a 20 anni cosa vorrei essere? Vorrei essere la commessa di un negozio che si chiama Super Fahion! Un negozio di Moda! Wow!”. “Caro diario, ieri avevo detto alla mamma di comprarmi le Gocciole, ma lei mi ha comperato dei biscotti integrali che mi fanno letteralmente vomitare. Poi, questa mattina, mentre facevamo colazione, mia madre mi ha preso in giro dicendo che mi aveva portato la cicogna”.

Altri vogliono leggere?
“Io! Caro diario, tutti i bambini e le bambine della nostra classe sono nati a Montecchio, a Parma o a Reggio Emilia. Sì, insomma, dove ci sono gli ospedali più vicini a Calerno. Però non tutti i nostri genitori sono nati qui. Un terzo sono nati in paesi del sud Italia, un terzo in Paesi che non sono in Italia e un altro terzo qui in Emilia”. “Caro diario, oggi dopo essermi lavata la faccia e aver pregato sono andata al parco, ho giocato, però non mi sono divertita. Quando sono andata a scaricare i giochi sul telefono, non ci riuscivo tanto, così ho scaricato solo due giochi e poi sono tornata a casa. Alla sera ho mangiato due kebab”. “Io! Caro Diario, oggi sono qui in cameretta e sono un po’ annoiata ma scriverti non mi annoia mai. Ieri pomeriggio sono stata a dottrina. Tutti noi bambini ci siamo confessati. Anche io. Ma dopo un po’ mi sono annoiata”.

Ma a chi scrivete quando scrivete caro Diario?
“A un amico immaginario”. “A te, il maestro”. “Io non lo so”.

Mi dite se avete mai fatto leggere il vostro diario personale ad altri?
“Io a mia mamma e mia nonna”. “Alle mie amiche”. “A un mio amico”. “A mia mamma, perché poi se tu hai scritto un diario, è logico che dopo qualcuno lo deve leggere, altrimenti cosa lo hai scritto a fare?”