Tanti di voi mi scrivono: per la maggior parte lettere minatorie, avvisi di pagamento e alcune querele per oltraggio al pudore della sintassi. Ma c’è anche chi sta sui temi caldi della settimana.
Caro Colonnino Infame, ho da sempre tanto amato Silvio Berlusconi. Magari non è altissimo… ma sorride sempre, è ricco ed è sempre stato fedele a se stesso. Allora perché adesso, prima manda avanti Brunetta a difendere il Mes e poi lo scarica? (Amante delusa)

Cara amante delusa, se Brunetta si avvia a fare la fine del povero Bondi è perché entrambi, proprio come te, lo hanno troppo amato. Ma in amor vince chi fugge! Consiglio allora a te e a Brunetta di fare come Toti. Cambiate!
Ah, ‘nfame! Lo volete da capì tu e tutte le zecche de la sinistra che er valoroso poppolo ungherese nun lo dovete da rompe li zibidei?! (Giorga Meloni)

Gentilissima onorevole Meloni, come darLe torto? Con Lei gioisco dell’accordo al fine raggiunto in sede UE. Anche se, a quanto pare, non un euro dei miliardi che elargiremo a Orban può essere utilizzato in atti contrari ai diritti civili. Per cui, in quanto alle non indifferenti spese sostenute per fili spinati di ghetti per LGBT, gas lacrimogeni per migranti, bavagli per giornalisti e magistrati, e lucido da scarpe per poliziotti che prendono a calci chi protesta, pare che non ci saranno rimborsi dell’Unione Europea. Una vergogna!
Caro Colonnino Infame, da quando Renzi ha perso il potere sembra molto dimagrito. Allora è proprio vero che «il potere logora chi non ce l’ha»? (Un vecchio andreottiano)

Caro vecchio andreottiano, Renzi non ha più i pieni poteri del bullo al 40%, ma pure al 2,2% ancora esercita quelli del bulletto che, questo è vero, sono un po’ di meno. Dunque -parafrasando il Divo Giulio- «il potere leva un poco di panzetta, a chi ne ha un po’ di meno».

Caro Caria, ti è piaciuta la mia conversazione col nostro Amato Leader su «La Lettura» (Claudio Magris)
Caro Magris, sì, molto, anche se stargli appresso quando cita Hegel, Mann, Proust, Michelstaedter e Don Chiscotte è stata dura. Ma arrivato a Bloch ho finalmente capito l’importanza dell’Ungleichzeitigkeit: nel Conte Uno, dove era succube di Salvini, Lui già sentiva quei «fremiti di futuro» per saltare il fosso… se ho ben capito insomma, già ci stavano «i semi» del Conte Due. E finalmente comprendo pure la voglia di decidere Lui da solo, come spendere i 209 miliardi; non delirio d’onnipotenza ma ulteriore «fremito di futuro»: già si avvertono, nel Conte Due, «i semi» per dar vita all’ennesimo partitino personale.