Famiglie, commercio, servizi, turismo, artigianato, settore automotive non hanno ricevuto ieri un sostegno economico per arginare il rincaro delle materie prime e delle bollette energetiche da parte del governo Draghi giunto a fine corsa. A poche ore dal voto che porterà probabilmente il presidente del Consiglio attuale al Quirinale è stato adottato un provvedimento che le forze di maggioranza si sono affannate a descrivere come parziale e insufficiente, annunciando nuove misure di emergenza contro una crisi sistemica che potrebbe durare anche oltre il 2022.

SIMBOLICAMENTE è stata confermata la priorità alle esigenze avanzate da Confindustria che l’altro ieri ha incontrato Draghi a palazzo Chigi. Questa del resto è la cifra degli ultimi mesi di un governo debole tanto sulla modesta riforma fiscale che privilegia i redditi medio alto quanto sul «Caro-bollette» che ha affrontato in maniera tardiva e estemporanea facendosi trovare impreparato da un gravissimo problema noto da mesi (vedi articolo sotto). In attesa della formazione del prossimo governo, i cui tempi potrebbero scontare i contorcimenti di un Palazzo agonizzante, sul tavolo resta inevasa la richiesta di «scostamento di bilancio», fatta prima dalla Lega (che ha chiesto 30 miliardi in più) alla quale si è aggregata la carovana delle altre forze politiche. Una prospettiva rifiutata da Draghi e Franco che lasceranno il problema al prossimo governo, il quarto della legislatura.

SONO 5,5 I MILIARDI complessivi stanziati da un consiglio dei ministri che era stato convocato, al termine di faticose mediazioni, per coprire le spese provocate dalle chiusure di discoteche e altre attività da «ristorare» causa chiusure per variante Omicron: 3,8 miliardi andranno a una lunga lista che va dai parchi tematici alle attività sportive che hanno subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019. Gli aiuti sono in forma di contributo a fondo perduto e per accedervi le imprese devono presentare un ammontare di ricavi riferito al 2019 non superiore a 2 milioni. È previsto il ricorso alla cassa integrazione guadagni «scontata» per hotel e agenzie di viaggio, ristoranti, bar, tra gli altri: 80,2 milioni per il 2022, 9% della retribuzione per le richieste di cig fino a 52 settimane, 4% per chi utilizza il Fondo di integrazione salariale. Tra l’altro è stato autorizzato anche il voto per il presidente della Repubblica per i «grandi elettori» che, da lunedì, saranno positivi al Covid.

I RESTANTI 1,7 MILIARDI stanziati dal decreto i andranno alle imprese per contenere il costo delle bollette. L’esecutivo era già intervenuto sul primo trimestre 2022 stanziando 3,8 miliardi per calmierare il costo dell’energia, in particolar modo per le famiglie. dal primo febbraio al 31 dicembre 2022 arriva un «meccanismo di compensazione» sul prezzo dell’energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili in modo da alleggerire in parte gli oneri di sistema sulle bollette. Ci saranno 540 milioni di euro nel 2022 per ridurre le bollette per le aziende «energivore» che hanno subìto un incremento del costo per KWh superiore al 30% rispetto al medesimo periodo del 2019.

«IL TAGLIO dei sussidi pubblici alle fonti fossili, per ridurre il costo delle bollette sarà di un ridicolo 0,58% su 18 miliardi di euro che ogni anno lo stato eroga: è una vergognosa presa in giro» sostiene Angelo Bonelli co-portavoce nazionale di Europa Verde a proposito dei tagli ai sussidi ambientalmente dannosi contenuti nel decreto. “La ricetta del ministro alla transizione ecologica Cingolani è ammazzare le rinnovabili: azzera gli oneri di sistema utilizzando i proventi delle aste Ets di CO2 per 1,2 miliardi di euro che, per legge, servono a finanziare la mobilità sostenibile, le rinnovabili e i progetti di forestazione; contemporaneamente, tassa i produttori di energia rinnovabile e non l’industria petrolifera che, con l’aumento del prezzo del gas, ha realizzato extraprofitti miliardari».

UN’ALTRA EREDITÀ che il governo Draghi lascia è il calo della crescita per Omicron e l’aumento dell’energia che incide sui consumi, Lo ha detto Bankitalia ieri: nel 2022 il Pil crescerà del 3,8%, quasi un punto in meno rispetto al Def, ro. ci.