«Caro Amore, adesso mi vedi come una donna sola, senza amore, ma alla fine saremo in Europa. Sto morendo cento volte lontano da voi. Voglio sentire la tua voce. Sei così lontano. State vivendo una nuova vita nel luogo dove siete andati e siete con persone nuove». «C’è un vuoto nel mio cuore, non ho trovato nessuno come te. Eppure adesso è come se tu fossi morto».

È pieno di frasi così, che indicano disperazione e amore e un lontano orizzonte di speranza, quello del ricongiungimento con il ragazzo amato, Besil, già arrivato in Germania, il diario di una ragazza siriana trovato sulla spiaggia della cittadina turca di Dikili dopo un naufragio.

Non si sa se la ragazza abbia perso la vita nel naufragio del 5 gennaio che insieme a quel diario lasciò sulla battigia 31 corpi di uomini e donne ma in quelle pagine lavate e un po’ scolorite dall’acqua salata, recuperate e tradotte dall’arabo, come riportava ieri l’agenzia di stampa turca Dogan, c’è tutto il suo viaggio: lei e la sua famiglia che scappano da Damasco insieme al fidanzato di lei, l’arrivo in Turchia, la separazione a Smirne con lui che parte per primo.

«Quando guardo il tuo profilo Facebook – scrive la ragazza – e vedo che sei online per un momento mi rallegro», e spera prima o poi di far leggere questi pensieri annotati al suo Besil, trafitta dalla gelosia per la vita nuova di lui già lontano dai tormenti e dalla guerra.