Prima che sia notte esce per Bompiani (pp. 128, euro 10) dalla penna e dai pensieri di Silvia Vecchini ma soprattutto dagli anni di ascolto e attesa che ha voluto dedicare a questa storia. È una preghiera sulle labbra di Emma, un sottinteso fra mamma e papà, un pensiero inconfessabile su quelli – muti – di Carlo.
Da un’inquadratura cinematografica seguiamo la vita di due fratelli: Carlo, il più grande, affetto da una malattia che lo ha reso sordo, muto e cieco da un occhio e che minaccia il suo residuo visivo fino a una attesa e temuta cecità totale; e Emma, di poco più piccola, onnipresente sostegno nelle sventure, compagna di giochi e complice di questo fratello gigante, una ragazzina senza voce e parole per la sua adolescenza, orientata com’è sulla vita e la malattia dell’altro.
Con loro, ci sono mamma e papà incrollabili e lucidi e il cane Lulù che studia da cane guida per accompagnare Carlo, quando sarà necessario. Intorno, sfilano altre esistenze sfumate che temporaneamente lambiscono la loro quotidianità e vengono sfiorate dalla grazia di questa famiglia.
Dallo story board che disegna le scene della vita di tutti i giorni ci avviciniamo con una scansione ritmata della prosa fino al ticchettare della macchina da scrivere di Emma che fa rumore e poesia. È allora che, per contrasto, percepiamo il silenzio ovattato in cui nuota l’esistenza di questa famiglia di pesci. Un libro che contiene tante lingue diverse pensate, mimate, disegnate come i segni Lis illustrati da Sualzo che aprono ogni capitolo e ritroviamo nella storia sulle etichette del supermercato e che possono fare la differenza nell’esistenza di questa isola che vorrebbe essere villaggio.
Com’è questa vita di ombre e riflessi di Carlo? È un’attesa sul confine con a fianco la sua fida Lulù, è la speranza di poter nominare e raccontare le cose, prima che sia troppo tardi. Proprio per questo serve la scuola, per conoscere, imparare, incuriosirsi e creare ponti con il mondo, ma la scuola per Carlo non c’è. La scuola non sa e non può, non ha parole e strumenti per lui. E il rumore di Emma? Emma che si fa invisibile per vegliare non vista il fratello, che ne scruta ogni umore, che inventa giochi per lui e lo alleggerisce dalle sue frustrazioni. Com’è l’adolescenza di una sorella che cerca di non fare rumore mentre cresce?
Silvia Vecchini, che da anni scrive per ragazzi offrendoci mondi intimi e delicati, ci porta con passo leggero in una storia che ha bisogno di una forma tutta sua per essere raccontata e trova per Carlo ed Emma parole speciali: di poesia, che sono per lei le più naturali e per loro le più leggere, e in prosa per creare attorno a loro una rete sottile di relazioni e sguardi appena accennati.
Un libro sottile che racconta dalla soglia e sbircia un bambino-pirata steso su un tappeto che contiene tutto il suo mondo come nel ritratto che ne fa Sualzo in copertina, con la voce sottile di chi coglie l’essenziale senza invadere e ci restituisce i contorni di assoluto che solo la fiaba può darci: una notte che scende incalzante e due fratelli, novelli Hansel e Gretel che indistinguibili lottano insieme per crescere.

 

SCHEDA

«Quando la tua voglia di volare supererà la paura di cadere, volerai!». Vera (Vera la mongolfiera di Emanuela Busà, con le illustrazioni di Daniela Volpari, Glifo edizioni, pp. 84, euro 13) è una piccola mongolfiera giocattolo che se ne sta pacificatamente appesa al suo filo di sicurezza nella stanza del suo amico Thomas con cui condivide momenti di gioco e studio. C’è una cosa però che tiene lontana la piccola Vera dal mondo al di là della finestra che tanto la incuriosisce: la paura di volare. Un giorno però un vento più intraprendente la porta con sé. Così Vera e i piccoli lettori e lettrici di questa storia viaggeranno per il mondo fra una lezione di meteorologia e la descrizione delle tecniche di volo degli uccelli più disparati per finire immersi in un documentario sulla foresta amazzonica circondati da orchidee, colibrì, tucani e alberi che con le loro fronde cercano la luce in mezzo al folto della foresta. Cos’è il Levante? E il Pampero? Come nasce una tempesta? Come vola un albatro? E un colibrì? Un racconto in cui la divulgazione scientifica senza pretese didattiche ha la freschezza di una narrazione. (ra. qua.)