«Rispetto le parole del presidente Smuraglia, e la decisione della segreteria dell’Anpi, la prego, lo scriva con chiarezza», è la premessa di Carla Nespolo, vicepresidente dell’Anpi. Ex senatrice Pci, presidente dell’Istituto per la storia della resistenza (Isral) di Alessandria, dove l’associazione dei partigiani ha duemila iscritti. E appunto, premettendo il rispetto per il suo presidente e la decisione della segreteria dell’Anpi, «non la condivido».

Lei dunque sarà in piazza domani a Roma?

Oggi in ballo c’è la difesa della Costituzione, ed io credo che bisogna partecipare ad ogni manifestazione che abbia questo come oggetto. Non c’è tempo né occasione da perdere. Il parlamento ha già approvato in prima lettura la deroga all’articolo 138. Quindi sì, sabato sarò in piazza. Ma naturalmente rispetto le regole della mia associazione e della mia bandiera.

Il professor Rodotà, a proposito della deroga all’art.138, parla di «strappo». È d’accordo?

La penso come Rodotà, che è persona che stimo, come molti di noi. «Strappo» è il minimo che si possa dire.

È contraria anche al presidenzialismo, o al semipresidenzialismo che piacerebbe a una parte degli attuali parlamentari?

Credo sia meglio ragionare sulle proposte concrete, quando ci saranno. Ma certo, sono contro il presidenzialismo e anche contro il semipresidenzialismo. Del resto questa è la posizione dell’Anpi nazionale, da sempre. Altro è, in tema di riforme, dare più solidità al governo, ma questo si fa a partire innanzitutto dalla legge elettorale. E invece il nostro parlamento sulla legge elettorale sembra non aver affatto la fretta che dichiara.

La battaglia per la Costituzione proseguirà, se le riforme andranno in porto, nei referendum. Crede che il fronte costituzionale tornerà unito?

Non ho alcun dubbio. La scelta di queste ore è frutto di un’incomprensione. E la manifestazione «la via maestra» è una tappa di un cammino comune che deve riaffermare che la Costituzione non si può stravolgere per deroga. Personalmente lavorerò, anzi tutti noi lavoreremo per superare queste incomprensioni. Ma intanto io, con molti altri, saremo in piazza. Non metterò il fazzoletto dell’Anpi, in obbedienza e rispetto alla decisione della mia associazione. Ma lo porterò nel cuore.