Aumentano le richieste di aiuto alla Caritas, e le file davanti alle mense e agli sportelli si allungano: a denunciarlo è il XIII Rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia, che sarà presentato domani a Quartu Sant’Elena (Cagliari) nell’ambito del convegno nazionale delle Caritas diocesane. Sono 814 i centri di ascolto monitorati nella ricerca, condotta nel 2013, e riferiti a 128 diocesi.

È confermata la crescente presenza degli italiani, che in alcuni casi raggiungono e superano la maggioranza assoluta. Non solo: ceto medio e gruppi sociali tradizionalmente estranei al disagio sociale sono sempre più coinvolti dalla vulnerabilità economica. In generale, il 61,8% delle persone che si rivolgono alla Caritas sono stranieri; tranne al sud, dove invece col 59,7% prevalgono italiani. Il 54,4% è donna, il 61,3% disoccupato, il 15,4% separato o divorziato, il 6,4% analfabeta.

La povertà: il 59,2% si dichiara povero; il 47,3% denuncia problemi di lavoro, il 16,2% abitativi. Le persone separate hanno problemi abitativi 4 volte superiori ai non separati: dal 4,8% al 19%.

Nelle chiese locali si attivano sempre di più iniziative anticrisi: 1.148 i nuovi progetti (+99% rispetto al 2010). I progetti di microcredito per le famiglie sono stati 143 (stabili rispetto al 2012); i fondi aumentati del 10,9%. 139 gli sportelli di consulenza (+5,3%). Gli empori solidali sono attivi in 109 diocesi (+70).