La svolta c’è. Ma non è ancora sufficiente per chiudere la vertenza che proseguirà venerdì. La lotta dei lavoratori di Carinaro ha avuto successo. Dopo mesi di battaglia, scioperi, occupazioni di binari e strade e tante manifestazioni, la multinazionale americana Whirlpool – che ha comprato Indesit lo scorso hanno – cambia il suo piano industriale che prevedeva la chiusura di Carinano e dà una nuova missione produttiva allo stabilimento casertano. «Diventerà il polo centrale per le parti di ricambio per tutta l’area Emea»: «a Carinaro giungeranno le parti di ricambio e i prodotti accessori provenienti dalle fabbriche europee e dai fornitori», «le attività all’interno del sito si focalizzeranno su magazzino, assemblaggio, confezionamento e spedizione ai clienti in tutta Europa, Medio Oriente e Africa», si legge nella nota di spiegazione dell’azienda.

Se la missione produttiva è certa, i numeri degli occupati non lo sono ancora. Il piano per Carinaro entrerà a regime nel luglio 2016 e assicurerà lavoro solo a 320 operai degli attuali 815 operai attraverso l’uso della cassa integrazione e di contratti di solidarietà a rotazione per tre anni come prevede la riforma del Jobs act sugli ammortizzatori. Circa 200 dunque i lavoratori direttamente impiegati nello stabilimento di Caserta mentre altri 120 sarebbero impiegati a rotazione confidando, ha spiegato l’azienda, che la crescita di questo business nei prossimi anni possa permettere l’assorbimento progressivo di tutti gli operai.

Condizioni che ancora non soddisfano i sindacati. Per il segretario generale della Fiom Maurizio Landini «la mobilitazione e la solidarietà dei lavoratori di tutti gli stabilimenti del Gruppo hanno fatto cambiare a Whirlpool il piano aziendale presentato due mesi e mezzo fa, rafforzando gli investimenti e definendo una missione produttiva strategica per lo stabilimento di Carinaro. Si tratta ora – ha continuato – di lavorare nel prossimo incontro, previsto per il 26 giugno, per raggiungere un’intesa anche sulla parte degli incentivi che devono accompagnare prepensionamenti, esodi volontari e trasferimenti. Nello stesso tempo – conclude Landini – vanno definiti gli ammortizzatori sociali che devono accompagnare nei singoli stabilimenti il piano industriale».

Ancor di più l’insoddisfazione riguarda lo stabilimento di Teverola per cui l’azienda si limita ad investire 2,5 milioni «per attività di scouting già avviate di nuove attività di reindustrializazione». «La Campania paga in termini occupazionali un prezzo ancora troppo elevato – attacca il segretario della Uilm Campania Giovanni Sgambati – . Bisogna lavorare per promuovere ulteriori attività produttive e soprattutto modificare il sistema di incentivi che al momento non garantiscono un accesso ai giovani lavoratori», prosegue Sgambati, che per Teverola chiede che «l’azienda si sforzi a trovare un interlocutore credibile per attenuare l’impatto occupazionale».

Il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli chiede «di incrementare gli incentivi e maggiori garanzie sulla cessione di None e il trasferimento di Albacina a Melano».

Altre proteste vengono dai dipendenti di Albacina (vicina alla sede storica dell’Indesit di Fabriano) che verranno trasferiti nel relativamente vicini stabilimento di Melano. In più i dipendenti di Varese, sede italiana di Whirlpool, sono preoccupati per le attività di ricambi e magazzino che perdono a favore di Carinaro.

Tutto questo cahiers de doléances è stato al centro di un vero e proprio dibattito che si è prolungato per ore nel tardo pomeriggio. Dopo che al ministero dello Sviluppo Economico si era conclusa l’illustrazione del piano da parte dell’azienda ai sindacati, le notizie sono state portate dai segretari generali e confederali di Fim, Fiom, Uilm e Ugl agli Rsu dei vari stabilimenti. Le domande, gli interrogativi e i dubbi riguardanti le sorti dei lavoratori erano talmente tante che i sindacati hanno chiesto all’azienda di scendere e confrontarsi direttamente con i rappresentanti dei lavoratori dei vari siti.

E così l’amministratore delegato di Whirlpool Italie e Emea Davide Castiglioni assieme al direttore delle risorse umane Federica Morichini hanno risposto direttamente alle domande dei lavoratori, mediate a volte dai segretari generali e nazionali, sotto lo sguardo attento dello stesso ministro Federica Guidi, contenta perché «l’azienda ha dato una sterzata radicale al piano industriale: mancanza di esuberi, missione industriale solida e di lungo periodo e una gestione senza licenziamenti».

«Sono ottimista che le soluzioni rappresentino una svolta e siano la base per giungere presto a una risoluzione definitiva e condivisa», ha dichiarato Castiglioni.