É passata con sostegno bipartisan la riforma delle carceri, definita da Trump un tema «che unisce le persone di tutto lo spettro politico». In realtà l’ala più a sinistra dei democratici si è opposta fino alla fine, in quanto anche se dovrebbe liberare 4.000 carcerati federali, la legge non diminuisce le pene per i piccoli reati e quindi potrebbe mettere in atto politiche ancora più discriminatorie nei confronti dei detenuti neri e latinos, la maggioranza.

La riforma inoltre non prevede abbastanza finanziamenti per essere efficace e il procuratore generale Jeff Sessions, grande oppositore della riforma della giustizia penale, avrebbe troppa autonomia sui nuovi programmi.

La legge, supportata dal genero di Trump, Jared Kushner, non riforma né riduce la durata della pena detentiva, che era l’obiettivo principale degli ultimi anni, ma si concentra sulla riabilitazione delle persone già in carcere, incentivandole a partecipare ai programmi, con la possibilità di accedere a una liberazione anticipata.

Ora secondo i difensori dei diritti civili e degli afroamericani, visto che il Congresso ha approvato una legge sulle carceri, è improbabile che i legislatori tornino presto sullo stesso tema, e il problema delle minoranze incarcerate per reati minori con pene sproporzionate, rimarrá.