Una legge penitenziaria moderna e civile serve a tutti, anche a chi ieri, pensando ancora di essere in campagna elettorale, ha urlato contro il Governo dicendo le solite prevedibili sciocchezze. Sono anni che, di fronte a qualsiasi piccolo o grande provvedimento votato dal parlamento o dal governo in ambito penale o penitenziario, un circolo vizioso di giornalisti in malafede e politici opportunisti parla di legge svuota-carceri.

Eppure le carceri non si sono mica svuotate, visto che i detenuti sono circa 58 mila. Un po’ di chiarezza è comunque necessaria per capire a che punto della riforma siamo, quali sono i contenuti essenziali e chi sono i più strenui oppositori della stessa.

Nel giugno del 2017 il Parlamento approvò una legge delega che, tra mille cose, chiedeva al governo di emanare uno o più decreti legislativi per riformare l’ordinamento penitenziario per adulti, istituirne uno nuovo per minori e altro. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando nominò tre commissioni per l’elaborazione dei testi. A novembre 2017 le Commissioni chiusero i propri lavori. A metà dicembre il governo fece fare il primo step di approvazione al solo decreto che introduceva nuove norme in materia di esecuzione penale per adulti. Tutto il resto è finito in un binario morto o semi-morto. Il testo fu inviato alle commissioni Giustizia di Camera e Senato per un parere. Mentre la Camera espresse un parere di approvazione, la Commissione Giustizia del Senato pronunciò la sua contrarietà rispetto ad alcune norme che estendevano la possibilità di accesso alle misure alternative per detenuti che prima ne erano automaticamente esclusi.

Ieri il Consiglio dei ministri ha ribadito la sua intenzione di andare avanti con il testo originario, senza tenere contro del parere della Commissione Giustizia del Senato. Quest’ultima, probabilmente nel nuovo Parlamento che si andrà ad insediare, avrà altri dieci giorni per valutare come il Governo avrà motivato la sua decisione di proseguire per la sua strada. Trascorsi questi dieci giorni il Governo potrà finalmente emanare il decreto legislativo. Quale Governo a questo punto? Quello attuale o il futuro? Dipende da quando il Senato restituisce le carte e da quando decorrono i dieci giorni per il parere. Agli inizi di luglio c’è però la deadline finale, in quanto la delega deve essere esercitata per allora, altrimenti tutto decade e tutto sarà stato inutile.

Cosa prevede di importante la legge, in estrema sintesi: più discrezionalità nelle mani dei giudici di sorveglianza per l’accesso alle misure alternative nel caso di persone che hanno commesso alcune tipologie di reati, superando così gli automatismi preclusivi; l’equiparazione della malattia fisica a quella psichica ai fini dell’adozione di misure di sostegno terapeutico; più ragionevolezza e normalità nella vita dentro gli istituti; il richiamo alle Regole Penitenziarie europee sul tempo da trascorrere fuori dalla cella ma pur sempre dentro il carcere.

Cosa non prevede la legge: resta inalterato il regime duro di cui all’articolo 41-bis, secondo comma dell’ordinamento penitenziario; nessuna novità in materia di sessualità; nessuna norma che autorizzi a parlare di svuota-carceri o di grandi rivoluzioni.

Chiunque si oppone urlando ai quattro venti è in malafede. Chiunque invoca catastrofi per la sicurezza del Paese è un imbroglione. Chiunque dica che è una legge contro la Polizia penitenziaria vorrebbe sotto sotto tornare a un mondo fatto di secondini e camosci e non di poliziotti e persone provvisoriamente private della libertà. Chiunque dica che è un regalo alle mafie mistifica la realtà.