I valentuomini sono quelli che si intendono di pittura che sanno raccontare storie squarciando il buio, interpretando la luce, mettendo a tacere l’indifferenza della realtà, infondendo azione e nervi alle cose del mondo. Così pensava l’artista Michelangelo Merisi: nonostante una vita ingarbugliata, le fughe continue, i rovelli della sua arte, più e più volte rifiutata (troppo cruda, calata nelle miserie degli ultimi, anche quando il soggetto era sacro e intoccabile) lui si sentiva in pieno – e a ragione – un valentuomo. Caravaggio – L’Anima e il Sangue, il nuovo documentario girato in Cinemascope 2:40 – tra le prime produzioni in Italia realizzate in 8K – dai creatori di Firenze e gli Uffizi e Raffaello, il principe delle arti, prodotto da Sky e Magnitudo Film e distribuito da Nexo Digital, in 40 capolavori evoca il rocambolesco e rivoluzionario viaggio terreno dell’artista lombardo, la cui evocazione è affidata alla voce di Manuel Agnelli (Afterhours).

Intervallato da immagini fotografiche e performative che rimandano a un presente spoglio e immerso nell’intimità del dolore umano, il film di Jesus Garces Lambert si avvale delle consulenze scientifiche di Claudio Strinati, Mina Gregori e Rossella Vodret. Martirii, vocazioni, pentimenti: le imprese titaniche di Caravaggio narrano l’ascesa e la caduta di un giovane che arriva a Roma «bisognoso et ignudo» per divenire poi cavaliere riverito a Malta e ripiombare nel disonore, «uomo putrido». Eppure, mentre la sua vita s’incupiva lui raggiungeva le vette dell’arte, per via di sottrazione, con dipinti che sono macchine emozionali perfette Arianna Di Genova. Sarà in sala il 19,20 e 21 febbraio.