Tre generali dell’aviazione, legati all’opposizione, sono stati arrestati in Venezuela per sospetto golpismo. Lo ha annunciato il presidente Nicolas Maduro durante la riunione di Unasur, nel paese per agevolare il processo di pace. E Diosdado Cabello, a capo dell’Assemblea nazionale, ha comunicato che Maria Corina Machado “non è più parlamentare”. La deputata dell’ultradestra ha violato gli articoli 191 e 149 della Costituzione che vietano ai funzionari pubblici di accettare incarichi da un governo straniero senza l’autorizzazione del parlamento.

Il 20 marzo ha partecipato a una riunione dell’Organizzazione degli stati americani (Osa), invitata dal Panama come suo “rappresentante alternativo”. La maggioranza degli stati membri le ha impedito di parlare contro “il regime dittatoriale di Nicolas Maduro”. Ha ottenuto solo alcuni minuti in udienza privata. Si è lagnata del cambio di indirizzo dell’Osa, di solito subalterna a Washington, perché ha respinto la richiesta di sanzioni al Venezuela. E mentre i grandi media presentano “la rivolta dei ricchi” (così ha giustamente titolato il Guardian) come ribellione di pietre contro “la dittatura” (vedi il bacio dei due “guarimberos” diffuso da >Reuters), Machado aizza l’estrema destra latinoamericana.

In Salvador, dove il centrosinistra ha vinto le presidenziali per pochi voti, ha incitato il partito Arena a disconoscere i risultati. La stessa strategia adottata in Venezuela dopo la vittoria risicata di Maduro sul candidato di opposizione, Henrique Capriles. La Mesa de la unidad democratica (Mud) avrebbe voluto trasformare le comunali dell’8 dicembre in un referendum contro il governo, ma il chavismo ha vinto il 67% dei municipi. Nell’opposizione, si è aperta una lotta per il potere. L’ala oltranzista, capitanata da Machado e Leopoldo Lopez (leader di Voluntad popular) ha preso l’iniziativa. Ha provato a spingere con violenza il pedale del disagio, in un paese provato dal sabotaggio economico e dalla perdita di un presidente carismatico com’era Hugo Chavez. E’ partita la campagna per “la rinuncia” di Maduro come consegna per le proteste studentesche, in corso dal 12 febbraio.

Gli scontri, le barricate dei gruppi oltranzisti e l’intervento di cecchini e paramilitari hanno provocato 36 morti. L’ultima vittima è una ventottenne, interprete dei segni per non udenti in una televisione di opposizione, Venevision. Era incinta di 5 mesi, è stata uccisa da uomini armati mentre cercava di rimuovere una “guarimba” – barricata di chiodi, cemento e spazzatura data alle fiamme – per tornare a casa. E’ accaduto nello stato di Miranda, governato da Capriles. Il governo ha indetto tre giorni di lutto nella zona e ha accusato la polizia locale di complicità e inadempienza. L’opposizione ha denunciato invece i “collettivi” chavisti che cercano di impedire le barricate e ne ha chiesto la messa fuori legge.

Senza l’immunità parlamentare, Machado potrebbe essere processata per violenze e attività destabilizzanti, in base a una denuncia pendente alla magistratura. Il suo posto sarà occupato da un deputato supplente, considerato meno ostile al governo per aver ritirato il suo appoggio elettorale a Capriles. Si attende anche la decisione dei giudici in merito alla richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati di Lopez, detenuto con l’accusa di istigazione alle violenze.

Secondo le inchieste, la maggioranza della popolazione rifiuta la violenza, e Maduro ha un gradimento del 57%. L’azione destabilizzante, però, continua: contenuta ma micidiale, soprattutto nelle zone di frontiera. E si diffonde il timore del terrorismo. Un sospetto emerso dopo un guasto a un binario del metro di Caracas (il primo del genere nella storia della metropolitana, secondo il Ministero dei trasporti), e dopo la denuncia del Ministero dell’ambiente circa la contaminazione delle acque con sostanze tossiche, nello stato Merida.

Tre incendi ritenuti dolosi hanno provocato interruzioni di corrente, riportando ai cittadini l’incubo dei black out (che in paese di gran caldo, significano anche danni ingenti). I militari presidiano i porti da cui arrivano gli alimenti importati, per evitare il contrabbando e l’attacco ai camion. A Barquisimeto è stata attaccata la sede del Psuv.

Ieri, si è svolta anche la prima giornata del Sistema Complementario de Administracion de Divisas (Sicad 2), un terzo meccanismo per differenziare il controllo del cambio, che va incontro all’inesauribile sete di dollari di privati e imprenditori. Il presidente di Datanalisis, l’economista Luis Vicente Leon (di opposizione), ha commentato con un esempio il Sicad 2, che alcuni leggono come una liberalizzazione dei prezzi e una svalutazione mascherata: “Il Sicad 2 non libera il prigioniero – ha detto – gli permette solo di giocare a pallone e di ricevere una visita coniugale nel fine settimana”.