UNA LETTERA INEDITA DI CARLA LONZI

Roma, 16 gennaio 1980

Cara Rossana (Rossanda),

ho letto il tuo libro Le altre e ho apprezzato la tua onestà, il tuo scoprirti, le tue doti di persona che afferma un suo punto di vista. Anche il tuo drammatico non-consenso al femminismo mi ha stimolato.

Ma com’è che, trattando un argomento così fluido non hai provato la necessità di risalire alle fonti, a quel momento «storico» che è stato il ’70-’71 per l’Italia e che viene citato nel tuo libro senza che poi tu abbia un’interlocutrice che l’ha vissuto, espresso, proseguito fino a oggi?

Ti chiedo: per un movimento politico maschile avresti adottato lo stesso metodo? Ci sono delle censure enormi sul già fatto delle donne, si tende a ripartire sempre da zero, a svalutare senza capire che è la premessa per essere svalutate a nostra volta. Appena entrata in ambito femminista questo timore ha preso subito anche te, l’ho colto a più riprese nel libro.

Un movimento che vive, o dovrebbe vivere, sulla coscienza di un processo con tutte le sue tappe, liberatorie e immediatamente dopo vincolanti, non si capisce se viene analizzato per formule statiche. Prende un carattere di utopia che non ha, se non come ipotesi da smaltire.

D’altra parte è ingenuo ritenere che il femminismo tutto sia a portata di mano alla tv o alla Rai o sui giornali che prosperano per concetti riportati. Perché la parte scoperta dell’iceberg viene presa per tutto l’iceberg anche da donne come te che sanno come vanno le cose e in quale complessità di situazioni si articolano i movimenti?

Noi, e cioè il gruppo a cui appartengo e che ha fondato nel ’70 una sua casa editrice Scritti di Rivolta Femminile per pubblicare testi di autocoscienza di componenti del gruppo stesso, abbiamo sempre diffuso i nostri libri e siamo state disponibili a incontri che non passassero attraverso i mezzi di comunicazione di massa: Questo ci ha reso la vita difficile perché pian piano il femminismo è stato adottato dai media e non passare da lì stava a indicare che non esistevi.

Ecco perché la tua implicita accettazione di questo pregiudizio mi ha colpita e mi ha fatto pensare che almeno personalmente, e sia pure a cose fatte, dovevo metterti sull’avviso. Per il resto, è un problema nostro uscire da questa impasse che è reale.

Ti accludo una locandina dei nostri libri: se ti verrà voglia di accertarti su quanto ti ho detto potrai trovarli alla libreria delle donne o in librerie alternative, oppure chiederli a noi direttamente.

Alla fine di tutto potremmo anche incontrarci, che ne pensi?

Un caro saluto

Carla Lonzi

*(Lettera inedita dall’Archivio Carla Lonzi, pubblicata da ARB. Non è indicato se sia stata spedita a Rossanda)