Due crisi, una soluzione. È la formula della nuova campagna di Fridays for Future per affrontare l’Italia post-Covid. Le crisi sono due, quella climatica e quella sanitaria, ma la soluzione è una sola.

“Sappiamo con certezza che questa sarà solo la prima di tante altre crisi – sanitarie, economiche o umanitarie – dovute al cambiamento climatico e ai suoi frutti avvelenati” scrivono gli attivisti di FFF in una lettera aperta ai media venerdì scorso, in occasione del lancio della campagna Ritorno al futuro. “E se invece avessimo una via d’uscita? Un’idea in grado di risolvere sia la crisi climatica sia la crisi economica?” – prosegue la lettera – “Cara Italia, per questo ti scriviamo: la soluzione esiste già”.

Una transizione ecologica sarà “il cuore e il cervello” della rinascita. La campagna di Fridays for Future, avviata con il supporto di moltissime organizzazioni ambientali tra cui Greenpeace Italia, Legambiente, WWF Italia e Stop TTIP, nasce da un’esigenza vitale: risolvere la crisi climatica e la crisi causata dalla pandemia con un’unica soluzione, un punto di partenza per una “rivoluzione dell’intero sistema”.

“La transizione ecologica che chiediamo, il piano di investimenti pubblici per l’energia pulita, per un trasporto elettrico capillare gratuito, per promuovere un’alimentazione locale e sostenibile…è anche un gigantesco stimolo per l’economia” – spiega Lorenzo Tecleme di Fridays for Future Italia al manifesto – “economia intesa non solo come crescita del PIL ma come occupazione, benessere, come redistribuzione della ricchezza, come democratizzazione della società”.

I ragazzi di FFF si sono ispirati a People’s Bailout, campagna “delle persone per le persone” appoggiata da Greenpeace, Sierra Club e Sunrise Movement, movimento di lotta contro il cambiamento climatico che ha promosso il Green New Deal statunitense.

Adesso l’Italia ha l’opportunità di aderire ad una campagna che riflette le voci dell’attivismo climatico, degli scienziati, delle organizzazioni ambientali, e che mira anche al coinvolgimento dei sindacati. La lettera aperta di FFF e la campagna hanno avuto l’appoggio dei più stimati climatologi ed esperti italiani.

“Se c’è una cosa su cui i ragazzi (di FFF, nda) hanno dato il buon esempio è credere fortissimamente nell’autorevolezza della scienza e degli esperti – questa è una cosa che li ha contraddistinti fin da subito”, ha detto Elisa Palazzi, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr. “Hanno fatto una rivoluzione di piazza che ha risvegliato le coscienze anche di molti adulti e di molti scienziati.”

La campagna punta ad affrontare la crisi attuale con urgenza, preparazione e collettività – dimensione di cui abbiamo perso ogni significato. “Che l’attenzione per il clima sia un ripensamento della società in senso positivo, che non sia più un pezzetto della società [a lottare], “i ragazzi per il clima”, ma che sia un qualcosa di sentito – di comune,” ha detto Tecleme. “L’obiettivo è che quando i giornalisti intervisteranno il leader di partito sentano l’urgenza di fare come prime domande quelle su cosa fare per il clima, e che il leader di partito tremi a rispondere perché se risponde male il giorno dopo scendono i sondaggi.”

La questione ambientale viene affrontata a compartimenti stagni, come se ciò che riguardasse l’ambiente riguardasse esclusivamente “l’ambiente”. Ma la crisi climatica tocca molteplici, se non tutti, gli aspetti del mondo di oggi – pandemia inclusa.

La giustizia sociale va di pari passo con quella climatica, l’economia va reinquadrata nella transizione energetica, la politica va fatta seguendo una rotta di sostenibilità, redistribuzione delle ricchezze, interruzione dell’influenza delle industrie di combustibili fossili. E il mondo del giornalismo italiano non è esente da una pigra e sdegnosa compartimentalizzazione.

“Uno degli obiettivi di comunicazione che ci siamo dati è questo: uscire dalla sezione ambiente. Noi stiamo affrontando un progetto che parla complessivamente della società e quindi è anche politica, economia, non è solo un aspetto, quel pezzettino separato dal resto”, ha detto Tecleme.

La strategia per affrontare la crisi climatica, ha spiegato Palazzi, si declina su due aspetti: mitigazione e adattamento.

Ma ne esiste anche un altro. “C’è un terzo elemento di cui non dobbiamo dimenticarci nella lotta al cambiamento climatico, ed è quello dell’educazione, della comunicazione di questi temi, proprio perché fino a che questo problema non verrà percepito da tutti come una crisi, non saremo capaci di fare dei sacrifici oggi per prevenire effetti disastrosi domani”, ha detto la ricercatrice.

La campagna di FFF verrà rilanciata in occasione della Giornata della Terra, Earth Day, che il 22 aprile festeggia il suo 50esimo anno, e venerdì 24 aprile, giorno dello sciopero globale per il clima.

Non si potrà fare pressione con i numeri in piazza come a settembre scorso. Ma gli attivisti hanno pensato anche a questo. Oltre al digital strike di ogni venerdì, ci saranno delle novità presentate sul sito della campagna www.ritornoalfuturo.org.

Ad esempio, un sistema di geolocalizzazione con cui tutti gli strikers potranno geo-localizzarsi, appunto, a Palazzo Chigi. “È un gesto simbolico, come se mettessero il segna posto per dire ‘non posso ma sto comunque manifestando lì’, l’obiettivo è essere in migliaia al parlamento, simbolicamente” ha detto Tecleme di FFF.

Per tutta la giornata ci sarà anche un ciclo di dirette online, sull’onda del Cameretta Tour firmato FFF, che sui live di Instagram nell’ultimo mese ha ospitato conversazioni sul clima con esperti, scienziati e anche artisti e personaggi pubblici.

“La crisi climatica e la crisi sanitaria richiedono entrambe sforzi di cooperazione globale e poi rendono inevitabile una pianificazione economica”, ha detto Palazzi. “Per il clima bisogna agire sul piano energetico con tutto quello che questo si porta dietro, compreso il mondo della finanza…i disinvestimenti dai fossili sono fondamentali.”

Siamo ad un bivio e la pandemia è una tragedia, ma è anche un’opportunità.

“Adesso abbiamo questa smania di ripartire per tornare alla ‘normalità’ – cosa vuol dire ‘tornare alla normalità’? Ci piaceva la ‘normalità’ di prima?” ha detto Palazzi.

Ed è vero, non possiamo permetterci di ritornare al mondo pre-pandemia. Qualcosa deve cambiare. Il rilancio promosso da FFF potrebbe essere riassunto nelle poche righe che si leggono sul sito della campagna: “Questa è la nostra ultima occasione. Non possiamo permetterci di tornare al passato. Dobbiamo guardare avanti e preparare il nostro Ritorno al Futuro!”.

Una versione ridotta di questo articolo è uscita sul manifesto in edicola il 22 aprile 2020.