«Uno spinello? Sì che l’ho fumato, sono stato giovane anche io». L’ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala mercoledì 19 aprile alla fine di una giornata ricca di tensione nel capoluogo lombardo. La pietra dello scandalo è stata una dodici ore dedicata alla cannabis, HempFest. Seconda edizione, quella che si è svolta dalle 16.20 del 20 aprile alle 04.20 del 21, al Lambretto Studios di via Arrighi, a Lambrate.

Il giorno non è casuale, infatti il 20 aprile è nel mondo la giornata mondiale della cannabis, e come a Milano in tante città nel globo, iniziative ne hanno cantato i pregi e le pontenzialità: in Italia, paese che una volta in più mostra il suo lato bigotto e proibizionista, invece scoppia la polemica.Il centrodestra è andato, nei giorni precedenti, all’attacco dell’iniziativa. Tanto per cambiare il cavallo di battaglia è stato la legalità. La risposta del Comune passa per la battuta del sindaco, che poi aggiunge: «Va capito lo scopo e come si svolgerà. Certamente non si potranno consumare prodotti non leciti». Giuseppe Sala strizza ancora l’occhio a percorsi di legalizzazione, senza diventarne ambasciatore ma giocando nuovamente la carta dell’apertura e del dialogo.

L’HempFest è a metà tra una festa e una giornata di approfondimento sul tema cannabis. Ad aprire le danze della manifestazione, corsi di coltivazione della pianta, presentati dalla parlamentare del Movimento 5 Stelle Loredana Lupo, prima firmataria del progetto di legge sulla coltivazione industriale della canapa. Il giovedì in salsa antiproibizionista è però iniziato in mattinata: i Radicali, guidati da Marco Cappato, hanno prima seminato cannabis in piazza Duca d’Aosta, fra la stazione Centrale e la sede del Consiglio regionale della Lombardia, e poi distribuito semi ai passanti.

Cappato, prima di essere identificato da parte degli agenti della Digos, ha descritto ai giornalisti presenti la campagna di legalizzazione della cannabis sostenuta dai Radicali, mostrando la bustina contenente il seme «a disposizione di tutti per consumare da sé senza rivolgersi alla criminalità». Sono le ultime settimane utili perché il Parlamento riprenda la discussione della legge sulla cannabis, «altrimenti dovremo attendere altri due o tre anni per farlo», ha dichiarato Cappato. I Radicali chiedono anche che il Consiglio regionale lombardo discuta il già depositato, ma fermo, progetto di legge sulla cannabis terapeutica.

Altro polverone altre polemiche, alimentate da un Matteo Salvini dalla memoria corta, tanto corta da non ricordarsi sostenitore della legalizzazione della marijuana nei primi anni ’90. A rispondere al segretario del Carroccio ci pensa Benedetto della Vedova, dalla sua pagina Facebook: «Le accuse proibizioniste e bigotte da parte di Salvini sono medaglie al petto del sindaco Sala». Della Vedova continua: «Salvini e tutti gli altri ricordino che il cuore pulsante dell’economia mondiale del presente e del futuro non sta in qualche regime autoritario per cui fanno il tifo, ma nella Silicon Valley californiana, dove gli immigrati partecipano alla fondazione di aziende miliardarie, i matrimoni gay sono una cosa normale e nel novembre scorso si è votato contro il protezionismo di Trump e a favore della cannabis legale». Anche Forza Italia tuona, per voce di Luca Squeri.

La miglior risposta si trova nelle righe conclusive con cui l’HempFest si presenta: «Questo è il festival delle pratiche artistiche, terapeutiche, meditative e spirituali associate alla psichedelia e alla cannabis, in grado di trasportare la mente e il corpo nelle sue tre dimensioni più importanti: Sativa, Indica e Ruderalis. Partecipare a questo raduno significa anche compiere un atto sociale di denuncia verso i crimini proibizionisti che obbligano pazienti e consumatori a strade illegali per l’utilizzo di una pianta officinale».