Il rogo è divampato mercoledì sera, ma ieri il capannone bruciava ancora e i vigili del fuoco hanno impiegato buona parte della giornata per spegnere diversi fuochi: un grosso incendio a Corteolona e Genzone, nel pavese, ha messo in allarme la popolazione perché si sono sprigionati fumi con probabile contenuto di diossina, Ipa o altri microinquinanti visto che il deposito – secondo una denuncia già avanzata dal sindaco di Corteolona – veniva utilizzato come discarica abusiva per materiali plastici e pneumatici.

Dai primi dati diffusi in serata dall’Arpa comunque «non sono emersi particolari fattori di preoccupazione», anche se risultati più certi si potranno avere soltanto lunedì. I comuni del luogo e la prefettura aveva già emesso in via cautelativa una ordinanza riguardo alle abitazioni, agli allevamenti e alle coltivazioni vicine al capannone: restare se possibile dentro casa con le finestre chiuse, non portare gli animali al pascolo e non nutrirsi di verdure degli orti.

«L’attività che si svolgeva nel capannone andato a fuoco è completamente abusiva – ha spiegato Angela Alberici, direttore del dipartimento di Lodi e Pavia dell’Arpa Lombardia – Pensiamo sia bruciata della plastica, ma di questo non abbiamo certezza. Proprio perché l’attività è abusiva, è allo stesso tempo completamente sconosciuta agli enti».

Il sindaco di Corteolona Angelo Della Valle aveva segnalato diversi mesi fa ai carabinieri di aver notato un «via vai strano» di camion al deposito poi andato a fuoco. «A settembre – ha detto – ho fatto una segnalazione informale ai carabinieri questo via vai, che mi era stato segnalato dai cittadini. Certamente saranno state eseguite indagini ma dalla mia segnalazione in poi non ho avuto più notizie in merito».

Il capannone era abbandonato e non avrebbe dovuto contenere materiali plastici e pneumatici. Gli inquirenti seguono la pista dolosa anche se le indagini formalmente proseguono a tutto campo: l’assenza di elettricità, che nell’edificio era staccata da tempo, non lascia molte possibilità agli investigatori che cercheranno di ricostruire insieme ai vigili del fuoco le cause del rogo.

Il periodo invernale, con temperature sotto lo zero, porta a escludere la possibilità di una autocombustione e anche se al momento è presto per pronunciarsi sulla presenza di eventuali inneschi, l’ipotesi più probabile resta quella dell’atto volontario. I carabinieri del comando provinciale di Pavia stanno effettuando gli accertamenti sulla proprietà, i vigili del fuoco ultimeranno quelli tecnici: al termine l’autorità giudiziaria deciderà con quale ipotesi aprire il fascicolo e a chi delegare le indagini.

Le attività di spegnimento dovrebbero concludersi entro la giornata di oggi dopo il totale «smassamento» e raffreddamento del materiale andato in fiamme, in buona parte composto da plastica e gomma. Guardie ecologiche sono state approntate per evitare lo sviluppo di nuovi roghi.

Rimangono in vigore nei comuni circostanti, a scopo precauzionale, le ordinanze in materia igienico-sanitaria – che peraltro riguardano solo 50 persone circa – fino, almeno, alla fase di definitivo spegnimento dell’incendio.