Sopire e troncare, troncare e sopire. Sulle primarie liguri la linea del Nazareno la detta il vicesegretario Lorenzo Guerini al Corriere : «approfondire» le irregolarità denunciate che però sono «fenomeni contenuti». Lo sconfitto Cofferati se ne faccia una ragione: i suoi ricorsi, che saranno valutati oggi dai garanti, non cambieranno il risultato. Del resto ci sono migliaia di voti di distanza fra lui e la vincitrice Paita. L’europarlamentare non si capacita: davanti a denunce da procura «Renzi sta zitto». Pippo Civati, che lo ha sostenuto, aggiunge che il problema è ’politico’: «Se si accettano sostenitori di Ncd e di Forza Italia, facendo il (corretto) riferimento allo schema nazionale, è non solo ipotizzabile ma per alcuni addirittura auspicabile che la destra partecipi alle primarie». Le larghe intese ormai si espandono su scala nazionale.

Renzi in effetti continua a tacere. O meglio parla d’altro: ieri a Strasburgo ha pronunciato l’ultimo discorso da presidente Ue. Da oggi avrà una grossa gatta da pelare: fare sì che il Pd si presenti compatto al voto del capo dello stato. I veleni che arrivano dai territori non fanno bene al Nazareno e dal Nazareno parte il tentativo di sopire e troncare ogni conflitto che possa varcare i confini delle regioni: oltre al caso ligure, anche nel Pd campano e marchigiano si combattono guerre intestine prossime all’esplosione. Ma fermarle è un tentativo tardivo. Se i garanti liguri emetteranno il loro verdetto entro domani, Cofferati terrà una conferenza stampa nella quale non si escludono «comunicazioni clamorose». Se i garanti si prenderanno qualche giorno in più, Cofferati parlerà lunedì. C’è anche una coda inquietante della campagna elettorale. Alla Digos è arrivata la denuncia di una lettera minatoria recapitata al portavoce dello sconfitto, Andrea Contini: una cartolina elettorale di Cofferati con una scritta: «Prima te poi lui». Brutto clima.

Intanto la sinistra genovese, quella orfana dell’ex leader della Cgil e anche quella che alle primarie non ha partecipato, pensa al suo piano B. Se Cofferati non sarà disponibile a rompere con il Pd e a correre comunque, toccherà a qualcun altro farlo. Lunedì sera il gruppo di punta di Sel e del Pd civatiano ha fatto un punto. «Aspettiamo la decisione di Sergio, ma so che molti elettori del Pd non voteranno Lella Paita», attacca Luca Pastorino, deputato e sindaco di Bugliasco. «E anche io non vorrei farlo: l’ho detto a titolo personale al mio segretario regionale: una lista di centrosinistra nascerà, molti dei nostri la voteranno». I civatiani liguri si riuniranno sabato. Anche Sel si guarda intorno a caccia di un candidato. Spiega il deputato genovese Stefano Quaranta: «Paita non ha nulla a che fare con il centrosinistra, e ci pone l’obiettivo di offrire agli elettori liguri un vero candidato di centrosinistra». Anche lui parla «a titolo personale», almeno per ora. La Rete a sinistra, una galassia di partiti e associazioni che si era divisa su Cofferati (l’Altra Liguria, già lista Tsipras, non ha partecipato alle primarie) potrebbe ricompattarsi. Anche Domenico ’Megu’ Chionetti, della Comunità di San Benedetto al Porto di don Gallo spera in «un’alternativa di sinistra che liberi le sigle e moltiplichi le energie». Ma per fare bingo bisognerebbe mettere in rete l’area grillina, se non Grillo (che ieri ha sfottuto lo sconfitto lanciando l’hashtag #IoNonVotoCoffelati, allusione ai cinesi che avrebbero votato per Paita). Cercasi un candidato, ma anche una squadra. Qualche nome circola. Quello di Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto, tirato in ballo altre volte, che però si affretta a smentire. Quello di Alessandro Ghibellini, campione di pallanuoto ma anche noto avvoc