Dopo settimane di continui arrivi di rifugiati siriani e afghani nell’isola di Lesbo, la situazione sta tornando pian piano verso la normalità. Sino alla tarda serata di ieri, secondo le autorità greche, erano partiti dall’isola dell’Egeo, alla volta del porto del Pireo, circa diecimila profughi. Sono state concesse tre navi, per poter fare la spola tra l’isola e il porto della capitale greca, per cercare di far diminuire la pressione sulla comunità locale. Sinora, a parte le violente cariche della polizia, per disperdere i migranti che si erano radunati davanti al porto, non si sono registrati gravi episodi di intolleranza da parte della popolazione. Ma il sindaco dell’isola, Spiros Galinòs di area centrodestra, ha più volte fatto riferimento al pericolo di un’esplosione sociale.

La stessa primo ministro ad interim, e presidente della corte di cassazione, Vassiliki Thanou, si è attivata intervenendo personalmente per velocizzare le pratiche di identificazione di profughi ed immigrati. Queste procedure, dalla serata di lunedì, vengono svolte all’interno dello stadio Gheorghios Skoufòs, nella parte sudoccidentale di Lesbo. Lo stadio potrà rimanere aperto, a questo scopo, fino a giovedì, ma non oltre, dal momento che confina con tre edifici scolastici, e che venerdì, in Grecia, iniziano nuovamente le lezioni.

In altri tre punti dell’isola, Petra, Klios e Kapi, si stanno approntando altrettante strutture per poter identificare i «disperati del mare» subito dopo il loro arrivo. In seguito verranno trasportati al porto di Sigri, per potersi imbarcare in grandi Ferry boat alla volta del Pireo.

Ieri, il rappresentante di Frontex ha dato disponibilità ad aumentare la presenza dei suoi uomini, per contribuire fattivamente alle procedure di identificazione. «La situazione che si è creata, in Grecia, con gli arrivi dei profughi, è indubbiamente delicata. Aumentando il numero dei responsabili che lavorano per la registrazione e l’identificazione di chi arriva a Lesbo e Kos, aiuteremo le autorità greche a ridurre la pressione sulle isole», ha dichiarato il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri.

Nello stesso tempo, per decisione del ministro della sanità ad interim, Athanasios Dimopoulos, l’ospedale del capoluogo di Lesbo, Mitilene, rimarrà aperto ventiquattro ore su ventiquattro, con il rafforzamento dell’organico e del personale medico e paramedico, così da poter rispondere in modo adeguato alle esigenze della popolazione locale, ma soprattutto dei migranti che si prevede continueranno ad arrivare senza sosta, almeno sino alla fine di ottobre.

È ovvio che velocizzare le pratiche di registrazione non risolve, di per sé, il problema. La Grecia continua a chiedere che l’Unione europea firmi un accordo con la Turchia, per una gestione concordata dei flussi migratori. Atene, inoltre, vuole che venga ufficializzato, per tutti i paesi, il superamento di Dublino 2, in modo da distribuire automaticamente la totalità dei profughi, al momento del loro arrivo, tra tutti i paesi membri dell’Unione.

È praticamente certo che il presidente della repubblica, Prokòpis Pavlòpoulos, che rappresenterà la Grecia al vertice straordinario dell’ Ue sull’immigrazione, che secondo fonti di Atene dovrebbe tenersi lunedì prossimo, insisterà con forza su entrambi i punti.

Per i nuovi arrivati che vorrebbero lasciare la Grecia per cercare di arrivare, il prima possibile, nel centro Europa, non resta che cercare di oltrepassare, come tanti altri, la frontiera con l’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, nella zona di Kilkìs Nella speranza di non essere respinti, dopo un cammino estenuante, dalle forze di polizia ungheresi.