Per approcciare i Leda c’è da partire dalla voce: Serena Abrami ha avuto una traiettoria che va dal quarto posto a Sanremo giovani nel 2011 con un brano scritto da Niccolò Fabi, alle collaborazioni con Fossati o Gazzè. Una storia di cantautorato che ora confluisce nella più classica delle formazioni: Enrico Vitali (chitarra), Fabrizio Baioni (batteria) e Mirko Fermani (basso). I Leda con Memorie dal futuro riaccendono e ripercorrono con singolarità quei suoni degli anni ’90 (i synth di Ho continuato) che hanno caratterizzato il fenomeno indie. E con una vocalità sensuale e potente, alla Redeghieri, che si amalgama in maniera strutturata eppure incorporea al rock alternativo (in Pulviscolo) e ai vorticosi cambi di registri di chitarra e batteria (Distanze). Undici tracce che sembrano scritte nella placenta del tempo ritrovato, velate di ribelle malinconia, in cui il filo conduttore è l’evocativa necessità – metaforica e concreta – di tornare a percepire il pulpito di un mondo attanagliato dall’eterno presente. Appunto il disco si chiude con Il sentiero (feat Marino Severini), brano sulla memoria.