L’uomo tutto d’un pezzo con i super poteri da oggi potrà commissariare l’appalto sospetto, ma non l’azienda sospettata di corruzione. Un passo avanti, ma con il traguardo che nemmeno si intravvede all’orizzonte. Col tempo, l’effetto annuncio dovrà passare indenne dalla prova dei fatti. Anzi, dei fattacci.

E chissà se qualcuno si ricorderà la tracotanza con cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi ieri ha reclamizzato la sua presunta arma infallibile per vincere la guerra già persa contro la corruzione. Lo dice la cronaca (Expo, Mose, vertici della finanza), lo diranno nuove inchieste della magistratura. Ma per il momento i presunti super poteri a Raffaele Cantone funzionano almeno per dare l’idea di un governo che fa quello che promette, anche se sulla vicenda Expo la sostanza non cambia di una virgola, anzi di un mattone: il presidente dell’Autorità anti corruzione (Anac) è stato invocato soprattutto per fare luce su quel sistema, eppure, qualunque siano le sue capacità, l’esposizione universale si farà e le aziende inquisite continueranno a lavorare ed a far profitti. Quanto al resto, al futuro, ai cantieri che apriranno, Raffaele Cantone sembra soddisfatto: “Al primo impatto sulle norme che ho letto, mi sembra che le soluzioni scelte siano coraggiose e vadano nella giusta direzione”.

E così, finalmente, Raffaele Cantone è stato nominato commissario straordinario dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. Lui vigilerà su tutti. Questo prevede il decreto che fino a ieri sera è stato discusso al Consiglio dei ministri insieme ad altri provvedimenti relativi alla riforma della pubblica amministrazione. In particolare, il provvedimento prevede che “entro il 31 dicembre 2014 il Commissario straordinario presenta al presidente del Consiglio dei ministri un piano per la soppressione dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici”.

Significa che le funzioni dell’autorità rottamata passeranno direttamente all’Autorità anti corruzione di Raffaele Cantone, cui verranno concesse “le risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie per lo svolgimento delle funzioni”. Così facendo i collaboratori a disposizione di Cantone dovrebbero passare da 26 a 300, e si tratta di un evidente potenziamento della struttura di controllo. Inoltre, “le funzioni in materia di misurazione e valutazione della performance degli enti” passeranno invece al dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio.

Ma con quali poteri? Innanzitutto, Raffaele Cantone potrà commissariare le società che verranno coinvolte in inchieste giudiziarie. Ipotesi che lo stesso Cantone giudica molto favorevolmente, anche se la norma non prevede la revoca degli appalti. “Non impedisce il proseguimento dei lavori – spiega Cantone – ma impedisce al soggetto che corrompe di ottenere un vantaggio dal proprio reato”. Di fatto, però, il commissariamento permetterà all’azienda inquisita (per esempio la Maltauro nel caso dell’Expo) di continuare il lavoro che si è aggiudicata in maniera irregolare.

Il presidente del Consiglio l’ha spiegata così, e figuratevi lo sguardo dell’ispettore Callaghan: “In caso di vicenda oscura, l’Anac ha potere di segnalarla e di proporre il commissariamento non dell’azienda ma di quella parte di azienda che svolge il lavoro contestato, redigendo una contabilità separata”. Insomma, quelli pescati con le mani nella marmellata saranno costretti almeno ad evitare un’abbuffata.

Inoltre, al presidente dell’Autorità anti corruzione verranno attribuiti “poteri sanzionatori”. Il provvedimento contiene anche una serie di misure che incidono sulla gestione degli appalti. Il sistema delle sanzioni viene rivisto in chiave punitiva. In caso di irregolarità “essenziali ma sanabili” nelle procedure di affidamento degli appalti, per mancanza o incompletezza della documentazione, è prevista una sanzione compresa tre l’uno per mille e l’uno per cento del valore di una gara, ma in ogni caso non superiore a 50 mila euro (considerata la “posta in gioco” di certi appalti, non sembra una cifra stratosferica). E’ previsto un termine di 10 giorni per pagare la sanzione ed evitare così l’esclusione dalla gara d’appalto. In caso di irregolarità meno rilevanti, invece, non è prevista alcuna sanzione. Il decreto cerca anche di accelerare i tempi per i procedimenti che finiscono davanti ai giudici amministrativi in materia di appalti pubblici: l’udienza viene fissata d’ufficio entro 30 giorni dalla scadenza del termine per la costituzione delle parti e viene prevista la sentenza in forma semplificata.

Ecco i nuovi strumenti per l’anti corruzione. Cantone ci sta, ma resta con i piedi per terra: “Io non posso fare miracoli”.