Milano apre ufficialmente le danze delle comunali di giugno. In contemporanea, in due diversi teatri, Beppe Sala parla al centrosinistra senza ingombranti sponsor politici (per lui confuso in platea c’è il ministro Maurizio Martina, oltre all’amico Antonio Albanese), mentre poco lontano Stefano Parisi chiama a raccolta il centrodestra che schiera in prima fila Salvini, Gelmini, Lupi, Formigoni, La Russa, come rimando plastico a un’unità di coalizione altrove (leggi Roma) irrimediabilmente implosa.

Anche la coalizione che sostiene Sala si sta organizzando. Militanti di Sel e Verdi, sostenitori, elettori sciolti dell’area a sinistra del Pd che alle primarie hanno provato a sbarrare la strada al candidato d’apparato dividendosi tra Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino, o che hanno preferito astenersi, tra assemblee pubbliche e incontri ristretti hanno trovato la quadra, riunendosi in una lista che intende appoggiare Sala da sinistra.

Per i candidati siamo ancora alla ridda di voci: si parla di Benedetta Tobagi, giornalista nominata quattro anni fa nel consiglio di amministrazione della Rai, della riconferma dell’attuale capogruppo di Sel in Consiglio comunale Mirko Mazzali, di Paolo Limonta, che ha guidato per anni i Comitati per Milano nati con la candidatura di Pisapia.

L’homo novus sarebbe invece Luca Paladini, fondatore un paio di anni fa del movimento «laico e antifascista» dei Sentinelli che si batte per i diritti civili e che ormai conta numerosi proseliti in tutta Italia.

Nei prossimi giorni si compiranno i giochi su progetti, nomi e teste di lista (Gad Lerner, interpellato come possibile capolista, ha declinato l’invito). L’ossatura però è già definita: il rifiuto (mai chiarito) di Francesca Balzani a guidare una lista «arancione» ha rimescolato le carte, col risultato di una lista più allargata e inclusiva.

Le intenzioni sono chiare: cercare di spostare a sinistra il programma di Sala incidendo nei processi decisionali, e recuperare all’astensione migliaia di voti che faticano sia ad affidarsi a mr Expo sia anche ad approdare alla lista di sinistra sinistra che, dopo una serie di defezioni a partire dall’ex pm Gherardo Colombo, candida a sindaco Basilio Rizzo.

Sempre a sostegno di Sala, poi, di liste ce ne saranno anche altre due, una civica che si richiama direttamente a lui, e una di stretta osservanza Pd.

Altre due liste per mr. Expo

Lui, il candidato benedetto da Renzi, sul palco del teatro Parenti si muove meno rigido rispetto alle primarie, e se a sinistra non scalda i cuori almeno non li gela. Tenta di smarcarsi dalle dinamiche nazionali che lo vogliono icona lombarda del partito della Nazione (qui in effetti l’Ncd sta con Parisi, Sala ripete «noi siamo milanesi e pensiamo a Milano» e nicchia sul coinvolgimento dell’ex presidente della Compagnia delle Opere Massimo Ferlini, comunque presente al raduno di ieri), lancia una consultazione capillare in città per arrivare a indicare il programma elettorale punto per punto, e intanto definisce alcuni paletti entro i quali muoversi: legalità, lotta alla povertà, «rammendo delle periferie» (la definizione è di Renzo Piano) «che vanno soprattutto animate, rese vive», creazione e difesa del lavoro, «che deve diventare un’ossessione».