La passione di Giangilberto Monti per gli chansonnier d’oltralpe nel corso della sua carriera gli ha fatto realizzare una sorta di antologia della canzone francese. Contata in più dischi, monografici o di movimento, dalla Banda Bonnot di Vian ai Canti ribelli di Renaud, questa parte della sua discografia è però segnata da un libro, uscito nel 2010 e riproposto lo scorso anno, il cui titolo, Maledetti Francesi. Canti ribelli e vite da chansonnier, denota la costruzione di un programma attuato negli anni dal cantautore milanese. Tale progetto ora è giunto al punto d’essere un referto di tutta quest’attività con l’uscita di un disco che sì riprende il titolo del libro, ma che è suonato e cantato, in duetto con Ottavia Marini, in una dimensione più intima in cui l’intreccio delle voci e della lingua originale francese e la rispettiva traduzione italiana si alternano con la secchezza barocca e colta del piano suonato dalla stessa Marini nei modi dell’ultima Barbara. Ciò sembra far guadagnare campo a brani celebri come Parigi canaille di Ferrè, Albergo a ore di Herbert Pagani, Il disertore di Vian o arretrando di più di un secolo, da dove tutto è nato, Allo Chat Noir di Bruant.