I I Nasce alla Camera un intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, e al presidente Roberto Fico vengono consegnate altre 25 mila firme a sostegno della proposta di legge d’iniziativa popolare «Legalizziamo» presentata a Montecitorio dall’Associazione Luca Coscioni e dai Radicali italiani nel 2016 e sottoscritta da oltre 68 mila persone. Una legge che da allora giace in qualche cassetto e non è ancora mai stata calendarizzata.

«Sono oltre 50 le adesioni all’intergruppo parlamentare, e molte altre stanno arrivando», fa sapere uno dei promotori, Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa. Sono soprattutto deputati del M5S, del Pd e di Leu, ma anche di Italia Viva e del Gruppo misto. Al momento, ancora nessuno del centrodestra, anche se Magi non perde le speranze: «Li solleciterò ancora, e spero che, come è già accaduto, arrivi l’adesione di quei liberali che vedono nella legalizzazione della cannabis una misura ragionevole di riduzione del danno e di lotta alla criminalizzazione». «La prima richiesta – precisa il deputato radicale – sarà la calendarizzazione della legge di iniziativa popolare del 2016 e l’avvio di un dibattito parlamentare sul tema, anche perché lo stesso presidente Fico ha più volte assicurato la priorità che avrebbe dato alle leggi che provengono dall’impulso dei cittadini».

Una promessa che è stata ricordata al pentastellato presidente della Camera che mercoledì, poco dopo l’inizio della manifestazione antiproibizionista convocata davanti a Montecitorio, ha ricevuto una piccola delegazione composta, tra gli altri, da Filomena Gallo, Segretaria dell’associazione Coscioni, Antonella Soldo, Tesoriera di Radicali Italiani, e Walter De Benedetto, il malato di artrite reumatoide che nei giorni scorsi ha scritto una lettera e lanciato un accorato appello al premier Conte, ai ministri della Salute e della Difesa, e al Parlamento, per chiedere un incremento della produzione statale di cannabis terapeutica. All’uomo infatti sono state sequestrate recentemente, ad Arezzo, 9 piante di marijuana coltivate per uso personale.

«Rischio il carcere per curarmi», ha spiegato De Benedetto facendo notare che la richiesta di farmaci cannabinoidi è superiore alla produzione statale nello stabilimento militare di Firenze, e all’importazione dei prodotti dall’Olanda e, nel 2018, anche dalla Germania (secondo il governo il fabbisogno nazionale è di mille kg, ma non ci sono dati sul numero di malati che ricevono il prodotto).

I malati come lui hanno sempre meno accesso a questo tipo di cura, che comunque continua ad essere molto costosa, malgrado dal 2012 una quindicina di Regioni hanno adottato leggi per rimborsare alcuni prodotti. Si rischia di spingere i pazienti verso il mercato criminale. «Legalizzare la cannabis – spiega il radicale Marco Percuca – vuol dire eliminare i costi del proibizionismo e togliere lavoro alla criminalità organizzata». Il M5S si è sempre dichiarato favorevole alla legalizzazione. È il momento di dimostrarlo con i fatti.