«Legalità, una svolta per tutte». «L’autunno, più che caldo, preoccupato» della Cgil parte con una campagna sulla legalità. Dopo aver annunciato la mobilitazione «per il lavoro», che andrà di pari passo e non in contrapposizione con quelle già decise dei lavoratori pubblici e dei metalmeccanici, «la legalità è la precondizione per il cambiamento del Paese».

E se proprio dal lavoro nero e illegale arriva la spinta al Pil che può far tirare un sospiro di sollievo a Renzi e Padoan, Susanna Camusso lancia la sfida al governo su questo terreno. Un viaggio in giro per l’Italia a partire dal 27 ottobre da Milano per spiegare come «le risorse per creare lavoro, vera emergenza del Paese, debbano essere trovate combattendo illegalità e corruzione».

Una battaglia che vede il sindacato impegnato da tempo, tanto da rivendicare i successi e le buone pratiche in un libricino. Dalla lotta assieme a Libera, Arci e Legacoop per ridare beni, terreni e aziende confiscate alle associazioni tutelando i lavoratori coinvolti con la proposta di legge «Io riattivo il lavoro», sottoscritta da 120 mila cittadini e depositata il 3 giugno alla Camera, alle denunce su caporalato e infiltrazioni mafiose che hanno portato a processi in atto al Tribunale di Pesaro per i lavori sulla A14 e ai tanti casi denunciati nelle campagne pugliese e campana nella raccolta dei pomodori, dai protocolli di legalità dopo la tragedia di Barletta a quelli per una gestione trasparente degli appalti per la ricostruzione del terremoto in Emilia.

Insomma, «esperienze concrete di contrattazione» che portano la Cgil a fare «proposte altrettanto concrete», la prima delle quali è «l’applicazione della white list negli appalti pubblici e privati»: «Le aziende corrotte o corruttrici devono essere escluse», spiega Susanna Camusso. «In più, in questi anni di crisi è cresciuta di molto l’area di lavoro che dipende dagli appalti: si tratta di un numero spaventoso di lavoratori poveri e privi di coesione sociale, lavoratori sotto ricatto».

La campagna presentata dalla nuova segretaria confederale con la delega in materia, Giovanna Fracassi, proveniente dalla Flc, partirà volutamente dopo che il governo avrà presentato la sua riforma della giustizia che – «speriamo» – dovrebbe contenere alcune norme sugli appalti e sulla lotta alla corruzione.

«Abbiamo apprezzato che il commissario Raffaele Cantone abbia chiesto a Confindustria di cacciare i corrotti dalle proprie fila – ha sottolineato Camusso – sarebbe un primo segno di cambiamento. Per quanto riguarda le misure del governo le valuteremo quando saranno presentate e auspichiamo che vadano nella direzione che abbiamo suggerito. Sulla lotta all’evasione fiscale, ad esempio, si dovrebbe partire dalla cancellazione della depenalizzazione del falso in bilancio, ma non sappiamo se il governo avrà la forza di farlo».