Mettendo in fila i fatti – il 40 per cento degli operai che hanno votato Cinquestelle, il discorso di Roberto Fico, il ministro del lavoro in pectore Pasquale Tridico che parla di ripristino dell’articolo 18, l’essere il primo gruppo a rispondere e ricevere la visita di Susanna Camusso – l’incontro tra la delegazione Cgil e il M5s al senato aveva creato molta attesa ed in teresse.
In realtà l’esito è stato assai inferiore alle attese. L’incontro è stato totalmente incentrato sull’oggetto predefinito: la proposta di legge di iniziativa popolare della Carta dei diritti universali dei lavoratori. La Cgil ha raccolto oltre 1,2 milioni di firme sui 98 articoli che mirano a riscrivere completamente il diritto del lavoro in Italia. L’ha depositata in parlamento alla fine della scorsa legislatura e ora vuole rilanciarla. Per questo ha chiesto di incontrare i presidenti di camera e senato e tutti i gruppi parlamentari.

Se Roberto Fico ha risposto prontamente ma una data per l’incontro ancora non c’è, la neo presidente del senato Maria Elisabetta Alberti Casellati non ha ancora avuto il tempo di rispondere. Così come il Partito democratico.

Il gruppo del senato del M5s è stato il più veloce a dare un appuntamento e ieri pomeriggio Susanna Camusso ha incontrato negli uffici del M5s di palazzo Madama il capogruppo Dario Toninelli con una ristretta delegazione.

Si è trattato di un’ora di quasi soliloquio di Susanna Camusso (accompagnata dalla segretaria confederale Tania Scacchetti) che ha poi riassunto l’incontro con questo parole. «Ho avuto l’occasione di raccontare di nuovo il senso della nostra proposta di legge di iniziativa popolare e affrontare in particolare con il capogruppo (Danilo Toninelli, ndr) l’attenzione che hanno al diritto-dovere che le leggi di iniziativa popolare vengano affrontate e discusse in Parlamento», ha spiegato Camusso. «Mi pare questa la risposta più interessante perché c’è un impegno ad affrontarla quando le Commissioni saranno insediate – ha aggiunto -. Hanno preso un impegno sulle leggi di iniziativa popolare in sè e quindi anche sulla nostra».

Ai tanti cronisti interessati a possibili convergenze fra il primo partito e il primo sindacato in Italia, Camusso ha sottolineato che «su alcuni temi c’è quanto meno una sensibilità» da parte del M5S, mentre ha dovuto specificare «non si è parlato di reddito di cittadinanza», mentre la proposta della Cgil nella traccia di documento congressuale prevede «un reddito di garanzia e continuità» più ampio che aiuti i precari nei periodi fra un contratto e l’altro.

Da parte del M5s nessun commento ufficiale. Ma chi ha partecipato all’incontro ribadisce che più che sulla specifica legge, rispetto alla quale la stessa Camusso ha precisato che non si è entrati nei dettagli, ci si è soffermati sull’importanza e il riconoscimento rispetto alle leggi di iniziativa popolare, a cui il M5s dà molta importanza.

A conferma che fra Cgil e M5s non è scoppiato alcun amore, Camusso ha chiuso la sua chiacchierata con i giornalisti criticando la proposta di Luigi Di Maio sulla Cassa depositi e prestiti. «Il termine 2banca degli investimenti” per la Cdp si presta ad ambiguità per il sistema bancario». Camusso infatti ha sottolineato che il sistema bancario «ha di per sè regole diverse» da quelle che ora regolano gli interventi di Cdp: «Continuiamo a pensare che debba essere la capacità dello Stato a intervenire a salvaguardia di settori strategici del Paese», ha concluso.