La Serie A torna il 20 giugno. E, forse, nella settimana precedente, anche semifinali e finale di Coppa Italia. Dopo il lockdown e il braccio di ferro tra Governo e il duo Lega-Figc, riecco il pallone italiano. Una decisione attesa dopo la conference call tra il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, il presidente della Figc, Gabriele Gravina e i vertici della Lega di A, B, C, Dilettanti, dell’associazione calciatori, allenatori e arbitri. C’è accordo sulla ripartenza e anche sulla quarantena obbligatoria degli atleti, in caso di positività. La Figc ha rassicurato il Governo: in caso di innalzamento della curva dei contagi c’è il piano B per la conclusione del campionato (playoff e playout) e anche una terza opzione, la cristallizzazione della classifica al momento dello stop.

Nessun colpo di scena anche se restano sul tavolo la questione dei diritti tv (carte bollate tra Lega-Sky per mancati pagamenti) e i contratti degli atleti in scadenza il 30 giugno. Da Bologna, prima del vertice, è arrivata la notizia della doppia negatività al Covid-19 di un membro dello staff del Bologna (positivo due giorni fa al test) e anche l’approvazione del Comitato scientifico al protocollo sanitario per la ripresa delle partite (identico a quello sugli allenamenti collettivi, approvato due settimane fa), a opera della federcalcio.

La Serie A torna, con ogni probabilità con i recuperi della 27esima giornata, tra stadi deserti (massimo 300 persone tra atleti, tecnici, dirigenti, addetti ai lavori), squadre che arrivano alla partita in diversi momenti per evitare congestionamenti nel tunnel, interviste pre e post gara a un metro e mezzo di distanza e il rischio contagi degli atleti. Ma riannoda il filo anche la Premier League (17 giugno) e la Liga spagnola, l’11.