nell’aula La giunta di Roma Capitale targata 5 Stelle passa un’altra giornata durissima. Per la prima volta dopo un po’ di tempo trapelano ipotesi dello scioglimento della maggioranza grillina, presto smentite da Virginia Raggi e dai vertici nazionali del M5S. Ma questa volta il colpo arriva dritto al cuore della squadra della sindaca, perché dopo lo shock per l’arresto di Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina, si viene a sapere che anche l’assessore allo sport Daniele Frongia risulta indagato dalla procura di Roma per corruzione. Lui tentenna per tutto il pomeriggio, poi annuncia di voler rimettere la delega di assessore allo sport e di autosospendersi dal M5S.

SI TRATTA DEL DECIMO ASSESSORE che la giunta Raggi perde in mille giorni di esistenza. Il fascicolo che riguarda Frongia, tecnicamente, non ha nulla a che fare con il procedimento che ha condotto alla detenzione cautelare di De Vito. Le carte in cui compare l’ormai ex assessore si ricollegano piuttosto all’inchiesta-madre sullo stadio della Roma, dalla quale sarebbe originato lo stralcio che avrebbe dato vita all’ordinanza di arresto per De Vito e l’avvocato Camillo Mezzacapo.

IL NOME DI FRONGIA, figura molto vicina alla sindaca Raggi, viene direttamente dal costruttore Luca Parnasi. La rivelazione sarebbe stata messa a verbale nel corso di un interrogatorio svoltosi ormai mesi fa, a settembre 2018. Parnasi ha raccontato di aver chiesto Frongia, allora nella veste di vicesindaco, affinché gli segnalasse qualcuno da assumere in una delle sue società come responsabile dei rapporti d’impresa. L’amministratore grillino, a detta dell’imprenditore, non avrebbe esitato ad indicargli il nome di una donna di sua conoscenza. L’assunzione non sarebbe stata perfezionata solo perché nel giugno del 2018 Parnasi venne arrestato. Finì in carcere con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione. «Ho appreso di essere coinvolto nell’indagine ‘Rinascimento’ del 2017 – si difende Frongia – per la quale non ho mai ricevuto alcuna comunicazione, elezione di domicilio o avviso di garanzia». Per Frongia «Parnasi ha sottolineato più volte di non aver mai chiesto né ottenuto favori dal sottoscritto. Con il rispetto dovuto alla magistratura inquirente, avendo la certezza di non aver mai compiuto alcun reato e appurato che non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia, confido nell’imminente archiviazione del procedimento risalente al 2017».

È LA VERSIONE CHE ACCOGLIE la sindaca e che viene fatta propria dal M5S. Il ministro per i rapporti col parlamento Riccardo Fraccaro, ad esempio, che prima che il M5S andasse al governo era uno dei due pretoriani messi accanto a Raggi dai vertici grillini, dice: «Non abbiamo motivo per togliere la fiducia politica a Virginia Raggi, conosciamo di persona l’impegno che ci sta mettendo». La linea consiste nel sottolineare le differenze tra la posizione di Frongia e quella di De Vito, da subito scaricato dai massimi esponenti M5S: «Le notizie su De Vito sono gravissime – precisa ancora Fraccaro – Ma su Frongia non mi pare ci siano elementi così gravi, per questo ci prendiamo del tempo per valutare». Sulla stessa scia si muove Francesco Silvestri, vicecapo gruppo M5S alla camera: «Penso che si tratti di un procedimento d’ufficio che verrà archiviato». Nel frattempo, però, la consigliera regionale Roberta Lombardi, aveva commentato le dichiarazioni con le quali Raggi la associava a De Vito a causa dell’ostilità verso la sua figura, come «meschine insinuazioni». Ma spunta un’informativa dei carabinieri che sostiene che De Vito aveva «chiesto e ottenuto» da Parnasi un supporto per la campagna elettorale di Lombardi.

ALL’INTERROGATORIO di garanzia De Vito si è avvalso della facoltà di non rispondere. A detta del suo avvocato, l’ex presidente del consiglio comunale è «dispiaciuto ma sereno» e si riserva di spiegare tutto «a tempo dovuto». Mezzacapo, accusato con De Vito di corruzione e traffico di influenze illecite, ha invece fornito ai magistrati la sua versione sul flusso di denaro contestato: «Quei soldi? Nessuna tangente, sono compensi per attività professionali, sono transazioni e attività che si svolgono di norma presso le pubbliche amministrazioni».