A conteggi finiti (tranne 2 sezioni), Vincenzo De Luca sarà rieletto presidente della regione Campania con il 69,49% pari a 1.788.464 voti, circa 800mila in più rispetto alla vittoria del 2015. Le 15 liste che l’hanno sostenuto hanno totalizzato il 68,57%. Secondo Swg, De Luca ha drenato il 25% dei voti dal centrodestra. Nel campo del centrosinistra, c’è stata vera lotta tra per l’egemonia tra il Pd e la civica De Luca presidente in vista delle comunali del 2021. La scelta del candidato sindaco a Napoli è l’oggetto del contendere. Domenica, sul filo di lana, l’hanno spuntata i dem con il 16,91% (398.382 voti) ma la lista del governatore è subito dietro al 13,31% (313.577). Nel 2015 il Pd era al 19,49% (443.879 voti) e De Luca presidente al 4,91% (111.698).

La lista del governatore va bene persino a Napoli con il 15% (i dem al 16,46%). Il Pd partenopeo deve anche fare i conti con gli eletti: Mario Casillo raccoglie oltre 42mila voti, oltre 20mila Loredana Raia e Bruna Fiola e, subito dietro, Massimiliano Manfredi. La capolista a Napoli voluta dalla segreteria cittadina, Giordana Mobilio, resterà fuori.

Italia Viva è la terza forza dello schieramento al 7,37%, ai renziani è riuscito meglio quello che ha fatto anche Salvini: imbarcare ceto politico dagli altri partiti per drenare il voto sul territorio. Gli eterni ex Dc Ciriaco De Mita e Clemente Mastella hanno rastrellato oltre 100mila voti a testa totalizzando, rispettivamente, il 4,45% e il 4,35%. Infine Art1 ha scelto di correre con Democratici e progressisti raccattando appena l’1,07%.
A sinistra, Potere al popolo ha ottenuto l’1,13% (2,68% a Napoli), Terra l’1,07% (1,88% a Napoli).

Male il centrodestra. Il candidato presidente Stefano Caldoro si è fermato al 18% (464.725 voti, la metà di quanto ottenuto nel 2015), un punto sotto la sua coalizione. La Lega ha fallito la prova di forza: il primo partito è Fratelli d’Italia con il 5,98%, 140.836 consensi (circa 16mila in più di 5 anni fa). Secondi i salviniani con 132.999 voti (5,64%) ma per la prima volta mettono piede in consiglio. Un risultato così scarso rispetto alla fanfara della vigilia che lo stesso Salvini ha ammesso: «Un ripensamento sull’offerta politica che abbiamo dato ai campani va fatto».

Terza Forza Italia con 121.657 voti (5,16%), il loro è un tracollo: nel 2015 avevano 405.773 preferenze ma in campo c’erano i Cesaro, il parlamentare Luigi che tirava la volata al figlio Armando (allora recordman di preferenze a destra). Salvini ha posto il veto sulla famiglia causa inchieste che coinvolgono i clan dell’area nord di Napoli. Si è quindi consumata anche una faida interna a Fi. Il gruppo dirigente che ha guidato il partito ha puntato sulla rielezione di Maria Grazia Di Scala ma l’eurodeputato Fulvio Martusciello ha imposto Anna Rita Patriarca, che ha fatto il pieno di preferenze entrando in consiglio: ex sindaca di Gragnano con il Pdl, il padre (ex senatore) ha subito una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Stesso reato imputato all’ex marito, Enrico Martinelli, già sindaco di San Cipriano d’Aversa.

Male anche i 5S. La candidata governatrice Valeria Ciarambino ha ottenuto 255.586 voti (9,93%), il Movimento 233.875 (9,92%). Nel 2015 erano rispettivamente al 17,53% e 17,02. A Napoli i pentastellati vanno meglio: 14,57% pari a 44.871 voti. «È il momento di dare il nostro contributo, lavorando tutti assieme come istituzione regionale» il commento ieri di Ciarambino. Il suo referente nazionale, Luigi Di Maio, lo dice in modo chiaro: «C’è chi alle comunali ha provato a mettere insieme coalizioni. A Giugliano andiamo al ballottaggio, a Caivano abbiamo vinto, a Pomigliano siamo al ballottaggio da primi. Per il 2021 dobbiamo mettere insieme le forze della coalizione di governo». Nei tre municipi i 5S sono alleati con il Pd. Un accordo che potrebbe essere replicato a Napoli tra un anno.

Il segretario del Pd di Napoli, Marco Sarracino: «L’obiettivo è tornare alla guida di Palazzo San Giacomo, ci serve un processo politico che ci porti al risultato. Lo faremo insieme a De Luca per la scelta del candidato. Ci sono difficoltà ma non vedo incompatibile l’alleanza con il M5S e De Luca»