Restare nel Pd o andare via, in Campania prevale l’incertezza. Il partito non è in buona salute: alle regionali 2015 i dem presero il 19,49%, meno di due punti sopra una Fi in crisi; alle comunali di Napoli dell’anno scorso addirittura l’11%; nel napoletano 60 sezioni sono commissariate. Antonio Bassolino da un anno attacca Renzi, pur ribadendo di averlo votato alle primarie, via social ieri scriveva: «Il fisioterapista mi ha fatto male quasi quanto l’autolesionismo del Pd». Nel suo campo in molti hanno scelto D’Alema: il segretario generale di Italianieuropei, Mario Hubler, l’eurodeputato Massimo Paolucci, la presidente dell’assemblea provinciale Elisabetta Gambardella, l’ex segretario regionale Cgil Michele Gravano. Un altro pezzo di bassoliniani sta con i Bersani, in particolare i due parlamentari Giorgio Piccolo e Luisa Bossa, che ieri ha postato Vedrai vedrai di Luigi Tenco.

Consistente la pattuglia di Area riformista. Il coordinatore campano è il consigliere regionale Gianluca Daniele: molto vicino a Guglielmo Epifani, ha una posizione prudente, cosa fare verrà deciso nel corso di riunioni a partire da oggi. Nella stessa area c’è Marco Sarracino, segretario dei Gd di Napoli: «Cuperlo, Fassino, Damiano si sono fatti carico delle richieste di Bersani. Renzi le ha fatte bocciare dalla California, la scissione la provoca lui. Decideremo il da farsi in questi giorni, dentro o fuori il Pd costruiremo l’alternativa a Renzi». Infine, ci sono i campani con Michele Emiliano: Peppe Russo e il deputato Simone Valiante.

Il governatore pugliese vanta una solida amicizia con il sindaco Luigi de Magistris, che ieri ha commentato: «Speriamo che abbia la capacità di cambiare gli equilibri interni a un partito che è molto personale e verticistico oppure, se è solo un riposizionamento interno, sarebbe stato auspicabile un segno di rottura verso un partito che di sinistra non ha più niente».

Nel campo della maggioranza, in posizione tattica, ci sono i franceschiniani Tonino Amato e Teresa Armato. Tra gli ultrà di Renzi la casertana Pina Picierno e il governatore Vincenzo De Luca. L’ex sindaco di Salerno si muove su due fronti: dentro il Pd sta cercando di egemonizzare il partito, fuori ha fondato il movimento Campania libera e imbarcato le truppe civiche di Gianni Lettieri. L’imprenditore, per due volte candidato a Napoli per Fi, ha molti affari a Salerno e con De Luca ha siglato un patto di ferro portandogli in dote la sua civica Prima Napoli. Poi ci sono i due big: i consiglieri regionali Mario Casillo (vicino a Luca Lotti) e Raffale Topo (fedelissimo di Lorenzo Guerini) sono i maggiori catalizzatori di consensi.

Prova a ritagliarsi uno spazio Antonio Marciano: consigliere regionale vicino a Bassolino ma anche a De Luca (a Roma appoggia Maurizio Martina), è attento al percorso che dovrebbe portare il pd provinciale di Napoli al congresso. Il segretario uscente, Venanzio Carpentieri (area Topo), potrebbe non ricandidarsi.

Marciano da settimane ha messo nel mirino il tesseramento, ieri le procedure in corso a Pompei: «Spuntano manifesti con date, orari e luogo non concordati (a quanto riesco a capire) con la federazione provinciale (essendo il circolo commissariato da ben 3 anni!). A Pompei Ci prepariamo a offrire l’ennesimo esempio di sciatteria, di furbizie inutili e irresponsabilità diffuse».

Nella città degli scavi si dovrà votare in anticipo perché la maggioranza ha sfiduciato il sindaco dem. Come a Melito, dove il sindaco era proprio Carpentieri: il Pd sta litigando sulla decisione di commissariare il circolo. Una parte spinge per inviare come commissario l’eurodeputato Andrea Cozzolino: ex delfino di Bassolino, poi Giovane turco, adesso con Renzi, fu uno degli sponsor di Valeria Valente a candidata sindaco di Napoli, salvo poi prendere le distanze. Valente (area Orfini) è alle prese con l’inchiesta sui candidati inseriti a loro insaputa nella sua civica. Ieri è stato sentito il suo compagno, Gennaro Mola: indagato per violazione della legge elettorale, ha respinto le accuse.