E adesso cosa faranno gli espulsi del Movimento Cinque Stelle? Il senatore Francesco Campanella una cosa la sa. Lui non si dimette. “Resto e proseguo la mia lotta”. Nell’immediato non pensa di formare nuovi gruppi e tanto meno immagina nuove alleanze. Ma un sogno ce l’ha: fare uno movimento con i programmi del M5S ma senza capi. “Potremmo chiamarlo Movimento Sei Stelle”, scherza.

Davvero è solo uno scherzo?

Sì, è una battuta. Speravo di cambiare il movimento, speravo che Grillo si rendesse conto che il movimento era in grado di camminare con le proprie gambe. In tutto quello che è successo da parte nostra non c’è stato nulla di preparato. Il finale che speravo era molto diverso. L’espulsione è una cosa che abbiamo subìto, non certo programmato. Adesso dobbiamo dare un altro sbocco politico a questa vicenda.

Avete già in mente possibili scenari nell’immediato futuro?

Per ora le prospettive non sono ancora chiare. Tutto dipende dai numeri. Probabilmente finiremo nel gruppo misto. In ogni caso io ho chiesto anche agli altri parlamentari che si sono dimessi di non farlo. La scelta delle dimissioni può risolvere un problema personale di coscienza ma sul piano politico finirebbe per aiutare proprio chi ci ha espulso. Noi dobbiamo stare qui e lottare.

Per fare cosa?

Dovremo confrontarci prima di tutto con gli attivisti. Ci sono molti cittadini della base del movimento che ritengono che questo atteggiamento di chiusura a falange non aiuti a cambiare il sistema, ma anzi finisca per costituire un elemento di stabilizzazione del sistema. Ci sono istanze che chiedono un movimento depurato da questa cappa di decisionismo che viene calato d’alto e viene stabilito altrove. Senza per questo rinunciare a portare avanti il programma votato dai cittadini.
Non c’è il rischio che adesso per voi sarà più difficile realizzare quel programma?
Spero che altri delusi del movimento si possano associare a noi. Le assemblee dei giorni scorsi hanno rivelato la gestione settaria del movimento e c’è un disagio diffuso. Se alla fine fossimo in tanti faremmo come si era deciso all’origine del movimento. Appoggeremo senza chiusure le proposte che arrivano in parlamento e che condividiamo.

Significa che pensate anche a eventuali alleanze?

Le alleanze le guardiamo sempre con estrema diffidenza. Noi siamo comunque diversi dagli altri partiti, siamo cittadini al servizio della politica. Vogliamo solo la libertà di decidere su singoli punti programmatici in linea con le istanze del movimento.

Si parla di contatti con i civatiani, cosa c’è di vero?

In senato ho contatti con tutti e ascolto tutti, i civatiani dicono alcune cose interessanti ma non sono i soli. Ripeto, non stiamo pensando ad alleanze, vogliamo poterci esprimere e confrontare liberamente sui programmi. Si tratta di un progetto che va accettato dal mondo da cui veniamo, non da altri politici.

Anche Civati ha detto che non conta tanto fare nuovi gruppi ma ricostruire un centrosinistra alternativo alle larghe e piccole intese messe in campo da Renzi. E’ d’accordo?

Ho una cultura di sinistra, molto tempo fa ero del Prc. Ma dico chiaro che non abbiamo nessuna intenzione di fare da stampella al Pd al posto del Ncd. Con Renzi non ho nulla a che spartire. Mi sembra una pretesa di rinnovamento che invece ha come solo progetto quello di sostituire al potere chi c’era prima.

Vi accusano di volervi tenere tutto lo stipendio…

E’ un stupidaggine e un modo gretto di infamarci. Io lo restituirò come gli altri.