Al mondo ci sono tre milioni e mezzo di bambini rifugiati che non hanno avuto la possibilità da andare a scuola nel corso dell’ultimo anno accademico. Di questi 1,5 milioni non ha frequentato la scuola primaria e 2 milioni la scuola secondaria. Un dato allarmante, che diventa tragico se si pensa che la possibilità di avere o no un’istruzione rappresenta per questi bambini un vero e propri crocevia che può segnare la loro vita: chi riesce a sedersi su un banco può infatti sperare di riuscire a lasciarsi alle spalle il trauma della guerra e di avere un futuro dignitoso. Viceversa, invece, chi non riesce ad accedere a una forma di istruzione è più probabile che abbia una vita segnata da abusi e violenze.

I dati sono contenuti nel rapporto «Left Behind» dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), che ieri ha lanciato la seconda edizione di «Mettiamocelo in testa», campagna che oltre a sensibilizzare sull’importanza dell’istruzione per i piccoli rifugiati punta a raccogliere fondi per garantire loro un’istruzione di qualità. «Un bambino rifugiato ha già dovuto subire il trauma della violenza e della fuga forzata per sopravvivere, spesso ha anche perso i genitori. Non possiamo e non dobbiamo permettere che perda anche l’istruzione» ha spiegato Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa. «A scuola i bambini sono protetti dalla violenza e acquisiscono quelle conoscenze e abilità indispensabili che gli permettono di avere una vita autonoma e di non cadere nell’assistenzialismo». er contribuire alla campagna è sufficiente inviare un sms o una chiamata da un fisso al numero 45516 (per le donazioni c’è tempo fino al 28 gennaio, maggiori informazioni su www. unhcr.it)

Sono 12 i Paesi nei quali l’Unhcr sta lavorando per consentire un’istruzione ai bambini rifugiati: Siria, Iran, Pakistan, Yemen, Etiopia, Malesia, Kenya, Uganda, Ruanda, Sud Sudan, Ciad e Sudan.la campagna sosterrà il programma «Educate a Cild» avviato nel 2012 e che finora ha garantito ha un milione d bambini di tornare a scuola,. , di ristrutturare 210 scuole e 3.133 classi. In cinque anni è stato inoltre garantito il sostegno economico a 76 mila bambini provenienti da famiglie vulnerabili.