Cambiano di nuovo le indicazioni sul vaccino AstraZeneca. D’ora in poi sarà somministrato esclusivamente in persone con almeno 60 anni di età. Finora, questa indicazione aveva solo un carattere “preferenziale”, che ora diventerà “perentorio”. La formula originale infatti non aveva impedito alle Regioni di vaccinare con AstraZeneca anche persone molto giovani, come la diciottenne Camilla Canepa morta a Genova pochi giorni dopo aver partecipato all’«Open Day» vaccinale del 25 maggio. «Essendo mutato lo scenario epidemiologico, il rapporto tra benefici e rischi cambia», ha detto il coordinatore del Cts Franco Locatelli nel presentare le nuove indicazioni insieme al Ministro della salute Roberto Speranza, al commissario Paolo Figliuolo e al presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.
«ALL’ESITO DI UNA VALUTAZIONE accurata, scrupolosa e meticolosa di tutte le evidenze di letteratura disponibili, il Cts ha raccomandato di riservare il vaccino AstraZeneca a chi ha oltre 60 anni, riservando agli altri i vaccini a Rna».

La decisione era ampiamente attesa, dopo due giorni di conclave del Comitato tecnico scientifico in cui tutti i tecnici avevano spinto in questa direzione. Più sorprendente la scelta operata per chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino inglese e attende la seconda. Il Cts vota a favore del mix di vaccini: «Non ci sono segnalazioni di trombosi dopo la seconda dose», ha detto Locatelli. «Tuttavia, data la disponibilità di alternative e ispirandosi a un principio di massima cautela, si è deciso di raccomandare la vaccinazione eterologa», cioè con un vaccino diverso da AstraZeneca (Pfizer o Moderna).

Locatelli ha parlato di dati con «buona evidenza di sicurezza ed efficacia», raccolti nelle sperimentazioni dei cocktail vaccinali. Ma l’agenzia regolatoria europea (Ema) e quella italiana (Aifa) non hanno ancora valutato questi protocolli. Quali informazioni verranno riportate sul modulo per il consenso informato che firmeranno i vaccinandi?

È PREVEDIBILE dunque che l’ennesimo cambio di rotta generi qualche diffidenza. Locatelli però ci crede: «Con una comunicazione rigorosa sono sicuro che non ci saranno dubbi nell’opinione pubblica». Eppure i punti oscuri non sono stati fugati del tutto. Chi ha meno di 60 anni e ha prenotato la vaccinazione Johnson & Johnson, che utilizza la stessa tecnologia di AstraZeneca, potrà essere vaccinato? Locatelli ha spiegato che non ci sono dati che suggeriscono di cambiare le indicazioni anche per questo vaccino: «Il numero di eventi segnalati è minore» rispetto a AstraZeneca. Dunque l’indicazione “preferenziale” per gli over 60 della formula originale dovrebbe rimanere per Johnson&Johnson, ma rafforzata in modo da lasciare minore margine di manovra alle Regioni.
.
E POI: COSA FAREMO delle dosi del vaccino AstraZeneca che inevitabilmente avanzeranno? Per vaccinare gli over 60 servono ancora circa dieci milioni di dosi, che non potranno essere tutte di AstraZeneca. L’Italia ne ha acquistato quaranta milioni e finora ne ha ricevuti nove. Dunque, di qui a settembre sono attesi circa trenta milioni di dosi. Cosa farne? Il Commissario: «Se avanzeranno saranno impiegate per Covax», il programma dell’Oms per portare un miliardo di vaccini nei paesi poveri. L’ipotesi solleva altri interrogativi: è etico spedire in Africa, dove la stragrande maggioranza della popolazione ha meno di 60 anni, vaccini che noi abbiamo scartato per ragioni di sicurezza in quella fascia di età? Il vaccino AstraZeneca, per altro, si è rivelato poco efficace contro la variante virale dominante in Sudafrica. E  nessuno sa con certezza quanto quella variante sia diffusa in altre aree, dove gli strumenti di sorveglianza sono assai meno sviluppati.

Le nuove indicazioni su AstraZeneca mettono a rischio il proseguimento del piano vaccinale, ammette lo stesso Commissario. Le dosi degli altri vaccini forse non bastano per tutti e il ritmo delle inoculazioni potrebbe rallentare. «Ci sarà qualche minimo impatto», ammette il Commissario «I margini si sono via via assottigliati, aggiungendo gli adolescenti». La riuscita del piano si fonda anche su vaccini che devono ancora arrivare, come quello sviluppato dalla tedesca CureVac che l’Ema deve valutare. «Sono attese 6,5 mln di dosi CureVac entro settembre, nonostante i ritardi nell’autorizzazione da parte di Ema. Ma se dovessimo avere altri intoppi si rivedranno i piani».

GLI ADOLESCENTI potrebbero rappresentare un ulteriore scoglio nella comunicazione. Il vaccino Pfizer appare sicuro, e Locatelli ha ribadito l’utilità della loro vaccinazione. Ma molti genitori esitano a prenotare gli appuntamenti. La diffidenza è aumentata ieri, quando la Germania ha deciso di sospendere le vaccinazioni nella fascia di età 12-17 anni perché il numero di volontari incluso nei test (poco più di un migliaio) sono ritenuti poco numerosi.