Passeggiare e camminare. Come Robert Walser, Iosif Brodskij, e Malcolm Lowry. Come i peripatetici della scuola aristotelica. Camminare, perché questo conduce a un processo nuovo di conoscenza. È un processo che azzera le distanze quello messo a punto da documenta14 e dallo staff dei curatori che ha affiancato Adam Szymczyk nei ben quattro anni successivi alla sua nomina a direttore artistico nella capitale greca, emblema della crisi globale contemporanea.

UNA STRATEGIA che lo stesso Szymczyk ha consegnato al pubblico come l’unico mezzo per avvicinarsi a una «geografia», più che una selezione di artisti e di spazi espositivi, a pochi giorni dall’apertura ufficiale di Learning from Athens, titolo provvisorio e prima parte della manifestazione di quest’anno.
Nel corso di una conferenza stampa alla Athens Concert Hall, tutto lo staff ha incontrato i circa mille giornalisti e professionisti accreditati, con una presentazione di forte impatto, che ha rivelato i punti essenziali di un processo avviato e in continuo divenire. Continuum è un estratto da Epicycle, del compositore greco contemporaneo Jani Christou (1926-1970), e il brano scelto da documenta14 per una presentazione che ha sorpreso, divertito ed emozionato il pubblico al Megaron. Così la conferenza, un omaggio al teatro di Antonin Artaud, al teatro e al «suo doppio», ha sottolineato il carattere duplice di questa edizione della mostra. Il suo centro, geografico e ideologico, si sposta provvisoriamente dalla sua città natale ad Atene, per agire hic et nunc, «nel tempo reale e nel mondo reale», all’ombra dei resti eterni della città greca.

Dal 1955, con la prima edizione di Arnold Bode, documenta si svolge tradizionalmente ogni cinque anni a Kassel, nell’Assia settentionale tedesca. La nomina di Adam Szymczyk, nel 2013, accoglieva la proposta del curatore polacco, già direttore artistico della Kunsthalle Basel e co-curatore della 5a Biennale di Berlino, di organizzare documenta nel 2017 sia in Grecia che in Germania.

IN LINEA con le sue ultime quattro edizioni, anche la mostra appena inaugurata ripensa completamente la visione eurocentrica del mondo e del sistema dell’arte contemporanea. C’è, però, nella scelta di questo duplice scenario, anche una grande differenza con tutte le edizioni che l’hanno preceduta: un’azione radicale e una svolta storica per la più importante mostra d’arte a livello mondiale.
documenta14 mette in discussione quasi tutto. A partire dal ruolo della produzione artistica e dal rapporto con il pubblico, che possiede «un potenziale inespresso». L’esposizione di Atene si caratterizza per la rottura di categorie tradizionalmente isolate: l’organizzatore, gli artisti invitati e il pubblico. Scardina la dimensione dello spazio e del tempo, per privilegiare la condizione di Continuum, di una singola mostra in due città differenti, mai così agli antipodi, mai così distanti come in questo momento della storia.

UN FLUSSO in perenne divenire e un ciclo inesauribile di eventi aperti al pubblico ha preceduto i giorni dell’opening greco. Già da settembre a febbraio, con le performance, i dibattiti e gli incontri di «34 Exercises of Freedom» confluiti poi in «The Parliament of Bodies» che, dal Parko Eleftherias e dal Museo della Resistenza, sede della polizia militare durante gli anni della dittatura greca, si sposterà a Kassel, in giugno. Il programma (dis)educativo; un programma settimanale sulla tv pubblica nazionale; un programma radiofonico trasmesso su nove stazioni radiofoniche in Grecia, Cameroon, Colombia, Libano, Brasile, Indonesia, Stati Uniti e Germania, con nuove tracce sonore prodotte per l’occasione; un progetto e un luogo di incontro dedicato alla ricerca, Studio 14; una serie di pubblicazioni – un diario, un’antologia e una rivista: South as A State of Mind, fondata ad Atene già nel 2012, ma dal 2015, e per quattro numeri consecutivi, uno spazio di ricerca esclusivamente dedicato a documenta14.

NEL PRIMO GIORNO di apertura al pubblico, la visita del Presidente della Repubblica federale tedesca Frank-Walter Steinmeier alla mostra ha provocato manifestazioni in tutta la città. Per raggiungere le più di quaranta sedi che ospitavano i contributi degli artisti invitati – oltre alle sedi principali del Conservatorio (Odeion), la Athens School of Fine Arts (Asfa), il Benaki Museum, Emst il Museo nazionale d’arte contemporanea, Megaron-The Athens Concert Hall, Parko Eleftherias e il Museo della Resistenza – non rimaneva che camminare.

Nell’epigrafe di uno dei volumi prodotti per la rassegna, si legge che la proprietà di documenta14 non appartiene a nessun individuo in particolare. È divisa tra i suoi visitatori, gli artisti, i lettori e gli scrittori. documenta è, per sua stessa definizione, un’istituzione utile a una comunità, una Geselleshaft, ovvero una moltitudine di individui.

* Documenta14 si svolge ad Atene in sedi varie fino al 16 luglio e poi si sposterà a Kassel, dal 10 giugno al 17 settembre. L’edizione di quest’anno è curata dal direttore artisico Adam Szymczyk e da un team internazionali. Alle varie esposizioni sparse per la città, partecipano circa centosessanta artisti.