Onorevole Damiano, com’è possibile che una norma che tutti i partiti ritengono sbagliata diventi legge? Solo il governo appoggia l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni. Si potrà modificare senza il consenso di Padoan o finirà tutto con la solita fiducia?

È evidente che il consenso del governo è fondamentale. Al tempo stesso nulla vieta di prendere un’iniziativa parlamentare di correzione. Cosa che faremmo se il governo non fosse d’accordo a congelare la decisione sull’innalzamento dell’età pensionabile fino a giugno del prossimo anno.

Se il governo non sarà d’accordo lei pensa ad una modifica con iniziativa della maggioranza o aperta anche alle altre forze politiche?

Per quel che mi riguarda quando si tratta di raggiungere un obiettivo non c’è maggioranza che tenga. Così ho fatto sia per le otto salvaguardie degli esodati che per la conferma della cosiddetta «opzione donna» che ha consentito a quasi 200 mila lavoratori e lavoratrici di andare in pensione in anticipo.

Dal governo sostengono che per farlo serve una copertura in questa legge di bilancio: almeno 1,2 miliardi. È la solita scusa per evitare modifiche alla riforma Fornero?

A mio avviso non è necessaria alcuna copertura in quanto la decorrenza dell’aumento dell’età pensionabile è il primo gennaio 2019. Quindi se decidiamo il da farsi a metà del prossimo anno – e magari il prossimo governo sarà favorevole a cambiare la legge – in quel momento si potrà individuare l’eventuale copertura.

Dal metodo passiamo al merito: come cambierebbe la normativa attuale che lega l’aspettativa di vita all’età pensionabile?

Oltre al rinvio, suggerisco di valutare l’opportunità di escludere dall’incremento i lavori gravosi previsti nell’Ape social – macchinisti, maestre d’asilo ad esempio. Inoltre cambierei il meccanismo che prevede solo la salita dell’età pensionabile e non la discesa. Anche perché nel 2015 c’è stato un decremento dell’età pensionabile e la stessa cosa avverrà nel 2017 a causa del fatto che l’aumetno della povertà induce a curarsi di meno. Ricordo che uno studio del ministero dell’Economia del 2016 prevedeva un’innalzamento pari a zero. Faccio ancora fatica a capire come l’Istat sia arrivata a calcolare i cinque mesi.

Le dichiarazioni di Martina e Guerini rafforzano l’ipotesi congelmento a giugno. È ottimista che si riuscirà ad ottenerlo?

Mi ha molto confortato la posizione del ministro Martina, visto che parla anche come vicesegretario del Pd, che di fatto prosegue sulla strada che abbiamo aperto. Dopo oggi sono convinto che possiamo raggiungere l’obiettivo.

Contro la modifica, oltre alla Ragioneria generale dello Stato, è sempre agguerritissimo il presidente dell’Inps Boeri: per lui bloccare l’adeguamento costerebbe 140 miliardi e il peso ricadrebbe sui giovani.

L’Inps di Boeri era tiepida sull’Ape Social, era contro la 14esima ai pensionati, era contro le salvaguardie per gli esodati. Sono abituato a combattere le sue posizioni. E qualche volta sono anche riuscito a vincere.