L’Abramo quater è dietro l’angolo, a pochi punti dal traguardo. Ma il vento di Nicola Fiorita tira forte sui tre colli di Catanzaro. Il civismo del prof catanzarese, presidente provinciale di Slow Food e di Libera, conquista un incredibile 23,5% e non approda al ballottaggio solo perché il candidato del centrosinistra Enzo Ciconte (Pd) poteva contare su uno stuolo di liste che l’hanno trascinato ad un pur deludente 31,5%, ben 13 punti sotto lo score di lista. Il voto disgiunto suona come una bocciatura per il candidato e una mazzata per la classe dirigente dem.

I nodi, nella lunga notte di conteggi e verifiche, con un’alta affluenza, (il 73%), alla fine sono venuti al pettine: Ciconte non ha scaldato gli animi dopo l’esperienza di Salvatore Scalzo e la città lo ha ratificato in maniera insindacabile. «Credo nel ballottaggio», aveva confidato Fiorita al manifesto. E c’e andato vicino. Anzi, gli exit poll di Ipr lo davano persino avanti a tutti. La lista CambiaVento (con dentro Prc e SI) supera di poco il 7%.

Un civismo radicale, quello di Fiorita, che non voleva partiti intorno, non solo nei simboli ma anche nei comizi. Nicola Fratoianni (Si) e Roberto Speranza (Art.1) lo sanno bene, avendo dovuto rinunciare a tenere manifestazioni. «Catanzaro ha dato prova di aver voglia di un linguaggio e di un metodo nuovi di fare politica. E lo ha detto chiaramente dandoci grande fiducia» ha dichiarato Fiorita. Il sindaco, invece, non canta vittoria ma quasi. Già presidente del Catanzaro calcio, inquilino di Palazzo de’ Nobili per tre lustri, a capo di un impero di call center (da cui si è dimesso), ora vede, con il 40,1%, il quarto mandato all’orizzonte. Un successo anche per il suo partito FI che incassa un ottimo 11,5% e si conferma in testa nel voto di lista. Ciconte, alla vigilia del voto arcisicuro della vittoria, si trova adesso con un 10% di gap e senza il traino delle liste. Servirà un’impresa. Il rischio sono altri 5 anni di amministrazione Abramo. L’avevano intuito gli alfaniani che, a un mese dal voto, erano tornati alla casa madre berlusconiana. E ieri sono risultati decisivi con il 9%. Discorso a parte per i grillini. In Calabria si confermano inconsistenti nelle performance e debolissimi nei candidati. In nessun capoluogo di provincia (tranne Crotone) hanno mai superato il 10% alle amministrative. Ieri Bianca Laura Granato ha racimolato un misero 5,2%. Ed è a rischio anche il suo seggio da consigliere.