Insieme per uscire dallo stallo creato dalla pandemia, per il rilancio del’attività dello spettacolo e della musica dal vivo. Una lettera aperta – presentata stamattina in una conferenza stampa streaming – promossa – dai tre promotori: Festa di Radio Onda d’Urto, Festival Altra Felicità e Sherwood Festival. Un progetto che va alla ricerca di un confronto, quanto mai necessario, in un momento in cui l’emergenza lascia senza risposte un settore – come quello dello spettacolo – che non è composto solo da grandi nomi, ma è sorretto da migliaia di tecnici, operatori, uffici stampa che in questo momento pagano terribilmente la crisi: “E’ un settore ad alta intensità di prossimità sociale – si legge nella lettera – perché la produzione culturale nel suo farsi ha bisogno di qualcuno che fruisce del suo “prodotto” (…) Migliaia di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, senza i quali questo mondo non potrebbe girare, sembrano essere invisibili: senza nessun tipo di tutela e sostegno economico”.

UNO SHOCK dal punto di vista economico, sociale, culturale e la cui ripartenza – come sottolineano i promotori – è legata alla necessità di ripensare completamente il sistema: “Ragionando di un’idea di resilienza che non sia, come da etimologia, il ritornare nella condizione in cui si era prima, ma che sia un’idea di resilienza che ti fa assumere un’altra forma. Questo trauma, questo schianto contro qualcosa che non ti aspettavi, potrebbe essere occasione per capire come ricominciare in maniera diversa, per aprire un confronto, una discussione”.

UN SISTEMA distorto ma ben prima del Covid-19, sottoposto al monopolio delle multinazionali che schiacciano le realtà indipendenti: “Che mette a rischio l’esistenza stessa della musica live, sempre più minacciata dal pesante monopolio esercitato dalle multinazionali (…) Si rischia di snaturarne altrettante che invece vogliono rimanere libere e indipendenti nella proposta, nell’organizzazione e nel metodo. Si rischia di tenere in vita solo chi può permettersi di continuare a livellare, al rialzo, il costo dei biglietti. Oggi, poi, la posta in palio è decisamente più alta: ad essere messa in discussione non è “soltanto” la tenuta di un mercato già fragile di per sé; si sta rischiando non “solo” un patrimonio immenso e tangibile (monetizzabile dal mercato) accumulato da abilità professionali, capacità artistiche, creatività produttive, intelligenze e competenze, che, necessariamente vanno tutelate e salvaguardate.  Ciò che è in gioco è in fondo il “bene” più prezioso che sta alla base e fa girare la “giostra”, la natura e la funzione stessa dell’evento live, del concerto: lo stare insieme!”con e per la musica”. Chi volesse sottoscrivere questa lettera può scrivere a: cambiamomusica.italy@gmail.com

Maggiori informazioni e testo integrale a questo link: https://www.radiondadurto.org/2020/05/11/cambiamo-musica-una-lettera-aperta-per-aprire-un-confronto-ormai-necessario/