L’ultimo sfregio di una gestione da «macelleria sociale» di un’azienda totalmente pubblica lo stanno pagando 543 lavoratori di Palermo. Alfredo Altavilla sta pilotando Ita con l’unico scopo di risparmiare sul costo del lavoro, mentre lui guadagnerà 800 mila euro l’anno.

LA MOSSA DI IERI però è così «vergognosa» che perfino chi lo ha sempre difeso – il ministro DanieFranco – dovrà finalmente fare qualcosa viste le reazioni politiche bipartisan che chiedono le dimissioni di Altavilla e la forte critica del ministro Andrea Orlando.

Ricapitoliamo la vicenda. In nome della discontinuità, Ita non prosegue con il «servizio clienti» di Alitalia ma lancia un bando mettendo per strada i 570 addetti Almaviva che lavoravano a Palermo e Rende. Il bando ha «condizioni capestro» – ribassi, «tariffa onnicomprensiva» e non a «ore lavorate» – solo oggi denunciate esplicitamente anche da chi lo vince: Covisian. Che sei mesi dopo decide di uscire dal contratto – «la colpa del mancato rinnovo è di chi pretende che i fornitori lavorino in perdita», ha dichiarato ieri il presidente Gabriele Moretti – e di aprire una procedura di licenziamento collettivo per i 221 addetti che ora lavoravano sulla commessa, numero che dopo una lunga trattativa con i sindacati era destinato a salire progressivamente a 543 entro il 2023. Allo stesso tempo però Covisian si rende disponibile alla «clausola sociale»: il passaggio dei lavoratori alla società che subentrerà nella gestione del call center.
Per questo ieri mattina al ministero del Lavoro era convocato il tavolo di crisi. Presenti Covisian e i sindacati, il direttore generale Bianchi riceve comunicazione solo a riunione iniziata che Ita non si presenterà.

UNA ASSENZA CHE MANDA su tutte le furie il ministro Andrea Orlando, che dal congresso Fim Cisl a Torino la definisce «molto grave» e «ingiustificabile»: «L’indisponibilità al confronto e la mancanza di riguardo istituzionale – afferma Orlando – non può essere sottovalutata. Chiederò al collega Franco e agli altri ministri un confronto per concordare insieme le iniziative conseguenti».

Ma non basta. Ita ha inviato una lettera al ministero del Lavoro in cui ha comunicato di «aver proceduto all’assunzione diretta di circa 150 persone per i servizi di call center, di cui il 50% proveniente da Alitalia e gli altri da fuori».

IN REALTÀ AI SINDACATI risulta che Ita stia rastrellando lavoratori in somministrazione e solo poche decine di esuberi Alitalia che già gestivano l’assistenza ai clienti business.

Mentre Ita corre ai ripari e dichiara in tutta fretta di non essere andata al tavolo «in quanto parte lesa» per «la rottura unilaterale da parte di Covisian del contratto» «con livelli di servizio scesi da un tasso di risposta del 98% a valori del 26%, nel periodo pasquale» – con risposta di Covisian di «diffamazione» e «vie legali» – i sindacati sono durissimi con entrambe le società: «Lascia sgomenti che un’azienda a totale controllo pubblico abbia inteso sfregiare il governo non presentandosi e annunciando che starebbe internalizzando il servizio a fronte della decisione di Covisian di non onorare l’accordo sottoscritto pochi mesi fa che doveva garantire la continuità occupazionale per 543 lavoratori. Un atto violento in spregio di qualsiasi legge e rispetto per istituzioni e persone», affermano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom.

IL SINDACO DI PALERMO Leoluca Orlando parla di «ignobile provocazione» mentre Stefano Fassina chiede «al governo di rimuovere il presidente Altavilla», il Pd Davide Gariglio parla di «atto molto grave», il M5s è «esterrefatto» e Rampelli (Fdi) parla di «ennesimo atteggiamento sprezzante verso i lavoratori».