Esposti a ogni tipo di inclemenza meteorologica e incappucciati fino all’inverosimile per proteggersi dal gelido vento tagliente che accompagna la loro protesta, circa 160 operatori di Key 4 Up e Overing – quasi tutte donne e molte neo-mamme – affollano ormai da nove giorni il parcheggio antistante il loro call center. «Non si può nemmeno dire che stanno scioperando – dice laconica Désirée Marchetti, Filcams Cgil di Terni – poiché la maggioranza di loro ha un contratto a progetto che non prevede lo sciopero».

Key 4 Up ha in affidamento diretto una commessa di Telecom Italia, mentre Overing ha in subappalto un lavoro per Eni luce e gas, ma nessuno al presidio (nemmeno i sindacati) ha idea di chi sia il titolare dell’appalto.

Lo scorso venerdì la direzione aziendale, identica per entrambi i call center, ha annunciato il licenziamento di circa 20 operatori di Overing. «Stavamo lavorando – racconta una dipendente – quando all’improvviso la nostra supervisor ci ha fatto bloccare i computer accompagnandoci dal capo, il quale ci ha comunicato il licenziamento in blocco a causa del venir meno della commessa, dicendoci che comunque non dovevamo lamentarci troppo, poiché cercarsi un nuovo impiego in questi tempi difficili è bello e stimolante». Nello stesso giorno ai dipendenti dell’altro call center è stato notificato il pagamento di metà stipendio per un problema – a detta della direzione aziendale – con la committente Telecom, ma al presidio sono in pochi a crederci.

«Non è la prima volta che la direzione prova ad addossare a Telecom la colpa di alcune mancanze – afferma uno dei dipendenti in sciopero – L’anno scorso non ci hanno pagato le tredicesime dicendoci che Telecom non aveva provveduto a versare i soldi, ma i nostri account Telecom ci hanno assicurato che il bonifico per le nostre tredicesime lo avevano effettuato, eccome. Fatto sta che delle nostre tredicesime non si è mai più saputo nulla».

«La produzione di questo call center – dice Gioia, Rsa Cgil – è ottima. La Telecom ci ha addirittura detto che come produttività siamo il terzo call center d’Italia nonostante alcuni nostri concorrenti abbiano più di 1000 dipendenti, mentre noi siamo solo 140. Difficile credere che a fronte di questi risultati vogliano dimezzarci il salario».

All’interno dei due call center vengono applicate due diverse tipologie di contratto: una, frutto di un accordo locale coi sindacati, ha una paga oraria ben più alta dell’altra, che rappresenta il contratto-tipo applicato su scala nazionale. Per questo motivo, nel dicembre dello scorso anno ha avuto inizio una trattativa sindacale per adeguare i due contratti.
L’azienda – afferma Maurizio Ferrante (UilTucs) – non ci ha mai comunicato l’esistenza di difficoltà. Dovevamo incontrarci proprio in questi giorni per proseguire il discorso sui contratti e invece ora ci troviamo in questa situazione incredibile».

«L’azienda – racconta una lavoratrice – in quell’occasione ha dichiarato di voler anche unificare entrambi i call center in Overing, mentre oggi Overing dichiara di voler licenziare 20 persone. Noi abbiamo saputo solo con l’inizio di quella trattativa che nelle nostre imprese venivano applicati due diversi contratti e che Key 4 Up non ci paga i contributi da 9 anni, eppure dalle nostre buste paga i soldi vengono prelevati. Che fine fanno?».

Per il momento le lettere di licenziamento non sono partite. I lavoratori chiedono la convocazione di un tavolo prefettizio alla presenza delle committenti Eni e Telecom. Lunedì ci sarà un primo colloquio con il prefetto, accolto con un corteo che dal parcheggio aziendale arriverà fino in prefettura.